Sturzo, luigi

Teorico sociale, storico e leader politico; b. Caltagirone, Sicilia, 26 novembre 1871; d. Roma, 8,1959 agosto 1894. Dopo la sua ordinazione nel XNUMX, Sturzo decise di intraprendere la carriera accademica e si recò a Roma per studi avanzati. Gli divenne presto chiaro, tuttavia, che il suo vero interesse risiedeva nel mondo dei fatti politici e sociali duri. Fortunatamente, il suo amore per l’apprendimento e la sua passione per le idee rimasero con lui, aumentando piuttosto che diminuire in forza man mano che si immergeva sempre di più negli affari pratici. Negli anni successivi lodò Giambattista Vico per aver indovinato “l’intimo rapporto tra il fare e il sapere”. Straordinaria questa dedizione ad una vita di azione da parte di chi si dedica alla riflessione e alla contemplazione, considerando che Sturzo era anche artisticamente incline, dimostrando eccezionale talento poetico e spiccata propensione per la musica.

Durante i suoi anni di riorientamento, la rerum novarum di Leone XIII gli servì come manuale pratico per l’azione sociale. Inestimabili anche gli insegnamenti dell’economista Giuseppe toniolo nell’aiutarlo a formulare le proprie idee. Dal 1905 al 1920 Sturzo fu vicesindaco di Caltagirone. Nel 1919 era alla ribalta nazionale come lo spirito commovente del Partito Popolare, precursore della Democrazia Cristiana. Questo fu il suo colpo da maestro in politica, perché diede all’Italia un partito democratico di massa di orientamento cattolico. Inoltre, rifiutando di fare della religione un fattore di divisione in politica, il Partito Popolare ha aperto la strada a un normale sviluppo della vita politica tra gli estremi del clericalismo e dell’anticlericalismo. Purtroppo il fascismo si è rivelato troppo forte per questo, per ragioni di cui parla Sturzo Italia e fascismo (New York 1927). Gli storici, in attesa di prove d’archivio, attribuiscono le dimissioni di Sturzo dalla direzione del partito nel 1923 alle pressioni del Vaticano. Nel 1926, quando il partito fu sciolto per decreto reale, Sturzo viveva da due anni in esilio. Il suo prodigioso sforzo di liberare le forze democratiche tra i cattolici d’Italia sembrava essere andato a vuoto, ma aveva posto le basi per il trionfo finale della Democrazia Cristiana. Fu il partito democristiano fondato dagli ex luogotenenti di Sturzo a formare un governo democratico dopo la sconfitta del fascismo nella seconda guerra mondiale. Inoltre, il suo partito è servito da ispirazione e modello per altri partiti democristiani in Europa e in America Latina.

Nel 1946, dopo più di 20 anni in Inghilterra e negli Stati Uniti, Sturzo torna trionfante in Italia e si stabilisce a Roma. Nel 1952 il Presidente della Repubblica Italiana lo nominò senatore a vita. I suoi anni di esilio si erano dimostrati utili almeno in un modo, perché gli avevano dato il tempo di raccogliere i frutti di una ricca e multiforme esperienza e di formulare le sue idee e teorie sulla società e sulla storia.

L’orientamento generale del pensiero di Sturzo si trova in Leggi interne della società (New York 1944), pubblicato per la prima volta in francese, con il titolo Saggio di sociologia (Parigi 1935). Questo lavoro si occupa della società, non come un’astrazione, ma come una realtà concreta che evolve nel tempo. Viene messa in risalto la tesi secondo cui non può esistere una vera dottrina dell’uomo che ignori la dimensione storicosociologica, poiché la stessa personalità umana è in continua evoluzione all’interno di una società in via di sviluppo. Il Comunità internazionale e diritto alla guerra (New York 1930) getta luce non solo sull’evoluzione storica della comunità internazionale, ma anche sulle radici storico-sociologiche della guerra. Chiesa e stato (New York 1939) rivela la nuova polarizzazione delle forze introdotte nella vita e nella cultura occidentale attraverso l’apparizione di una novità sociologica: una Chiesa autonoma. Questa polarizzazione è vista per spiegare il dinamismo della cultura occidentale e l’immensa liberazione di energie risultante dal confronto tra religioso e secolare, misticismo e filosofia, fede e scienza, contemplazione e azione, amore e logica, esperienza e intellettualità. Nel Vita vera (Washington, DC e Paterson, NJ 1943), Sturzo mostra come il processo universale diventi significativo se visto nella sua polarizzazione verso la divinità. In un tale universo l’Incarnazione assume il suo significato cosmico e storico più completo. Una nuova prospettiva sulla vita religiosa si apre mostrando che non è al di fuori ma ben all’interno del processo cosmico e storico. Viene rivelata l’intima connessione tra l’amore di Dio e l’attività creativa.

Bibliografia: le opere di tutti (Bologna 1954– ). a. r. caponi gri, “Don Luigi Sturzo,” Review of Politics 14 (1952) 147-165. ns timasheff, The Sociology of Luigi Sturzo (Baltimora 1962).

[rc pollock]