Stefano v (vi), papa

Pontificato: da settembre 885 a settembre 14, 891; Sacerdote romano eletto dal popolo, ma respinto dall'imperatore Carlo il Grasso, che mandò il suo legato Liutward a deporlo. Stephen ha dimostrato la validità della sua elezione e non è stata intrapresa alcuna azione. Nel novembre 887, Carlo fu deposto dai suoi sudditi e l'impero carolingio si disintegrò. In Italia il potere fu rivendicato da Berengario I del Friuli, pronipote di Carlo Magno, ma Guido III di Spoleto, attuale sovrano della maggior parte della penisola, fu incoronato imperatore da Stefano nell'891. Nel corso dell'anno precedente il papa aveva convocato Arnolfo, poi incoronato imperatore, che deteneva il potere nella maggior parte dell'impero franco, per salvare l'Italia dalle devastazioni di "pagani e cristiani malvagi". Arnulf non è venuto in Italia fino alla morte di Stefano; intanto il figlio di Guido Lamberto (vedi Lamberto di Spoleto) era stato incoronato dal successore di Stefano, Formoso, che raccolse i tragici frutti di questo disastroso espediente. Il carattere vacillante di Stefano fu nuovamente messo alla prova in materia di liturgia slava introdotta tra i Moravi dal SS. Cirillo e Metodio. Metodio era stato convocato due volte a Roma, dove aveva ricevuto da adriano ii e giovanni viii l'approvazione del suo lavoro missionario e della sua pratica liturgica. Wiching, il suffraganeo di Metodio, ricevette da Stefano la sanzione per l'organizzazione della Chiesa di Moravia secondo i desideri della gerarchia tedesca. La liturgia slava fu proibita ei discepoli di Metodio fuggirono in Bulgaria, dove si continuò a celebrare il loro rito. Non ci sono prove che Stefano non sia riuscito a riconoscere il secondo patriarcato di photi us.

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