Sosio, Gaio °, generale romano, governatore della Siria e conquistatore di Gerusalemme nel 37 a.C. Dopo la conquista dei Parti della Giudea e la conseguente nomina di * Antigono l’Asmoneo al trono di Gerusalemme (40 a.C.), Erode si recò a Roma e fu riconosciuto da Antonio e dal senato come re di Giudea. Tornò in Palestina a capo di una forza considerevole, ma alla fine fu costretto a rivolgersi ad Antonio per ricevere assistenza per sottomettere il paese. Dopo la sua conquista di Samosata, Antonio nominò Sosio governatore della Siria, con l’ordine di sostenere Erode. Sosio inviò immediatamente due legioni e lui stesso lo seguì con il resto del suo esercito. Ha unito le forze con Erode. I due assediarono Gerusalemme nella primavera del 37 (sebbene esistano alcune discrepanze riguardo alla data precisa dell’assedio e della caduta di Gerusalemme; cfr Jos., Ant., 14: 475 n. A, p. 694; A. Schalit , Hordos ha-Melekh (1964), 509-11). La battaglia che ne seguì sembra essere stata feroce, e Giuseppe Flavio sottolinea che Gerusalemme cadde – come nella conquista da parte di Pompeo – “nel giorno del digiuno”. Gli studiosi hanno interpretato questo come il giorno dell’espiazione o il sabato (secondo Dio Cassius, 49:22), ma è anche possibile che il riferimento sia a uno speciale digiuno dichiarato al momento dell’assedio per suscitare l’intercessione divina ( cfr. Schalit, op. cit., 510). Alla caduta della città Antigono si presentò davanti a Sosio e implorò pietà, solo per essere schernito per il suo tragico cambio di fortuna dal generale romano che, dopo aver chiamato il condottiero ebreo “Antigone”, lo fece incatenare e alla fine messo a Morte. Sosio inoltre istruì esplicitamente i suoi soldati a saccheggiare la città, e dopo aver perpetrato un terribile massacro furono finalmente trattenuti solo da Erode, che promise di distribuire loro ricompense con i suoi fondi.
bibliografia:
Jos., Wars, 1: 327, 345–57; 5: 398, 408–9; idem, Ant., 14: 447, 468–9, 481–8; Schuerer, Gesch, 1 (19013), 357-9.
[Isaiah Gafni]