Sion, lode

Le prime parole di una sequenza composta c. 1264 di San Tommaso d’Aquino per la Messa del Corpus et Sanguinis Christi. È uno dei quattro grandi inni sulla Santa Eucaristia del Dottore Angelico, gli altri sono pange lingua gloriosi, sacris solemniis e verbum supernum prodiens. Insieme espongono in un linguaggio cogentemente chiaro ma bello gli insegnamenti dottrinali fondamentali della Chiesa sulla presenza reale. Lauda liberatore fu scritta su richiesta di papa Urbano IV quando fu istituita la festa del Corpus Domini, ed era destinata alla sequenza della messa della festa. Sebbene l’opera fosse un tempo attribuita a San Bonaventura, la paternità dell’Aquinate è oggi fuori discussione. Thomas usa l’accento prevalente piuttosto che il più vecchio metro quantitativo classico, e oltre alla rima si fa abbondante uso di allitterazioni e assonanze. Segue piuttosto da vicino la forma in cui adamo il santo vincitore fece molte delle sue sequenze, specialmente la bella Sollevamento trasversale comune. È una poesia dogmatica e non si discosta mai dai corretti termini scolastici nelle sue strofe strettamente ragionate, ma anche così non può non fare colpo con il suo stile grandioso e profondamente commovente. Sion nel primo verso è la Chiesa o il popolo di Dio, che è chiamato a cantare le lodi del vivificante Sacramento. La vecchia Pasqua è sostituita da questa nuova festa, la cui commemorazione è spiegata, in cui Cristo stesso figura come l’agnello sacrificale. Più o meno lo stesso tema è sviluppato dallo stesso autore nel suo Summa Theologiae (ST 1a2ae, 73-83) come si trova nella settima e nelle successive strofe del poema. Argomenti come la transustanziazione, la natura e il dogma del Sacramento e il mistero e la fede coinvolti sono tutti trattati chiaramente e con forza. L’ultima strofa esprime la speranza che la congregazione dei fedeli alla fine si riunirà per una festa celeste in compagnia dei santi. L’autore della melodia in pianura del Lauda liberatore non è noto ma si suppone che sia stato lo stesso San Tommaso. La melodia, tuttavia, risale al XII secolo e forse anche a prima.

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