Scishak

Shishak (ebr. שִׁישַׁק), nome biblico di Sheshonq (935–914 aC), fondatore della 22a dinastia (bubastita) dell’Egitto e uno degli ultimi re nella storia egiziana a invadere la Palestina. I suoi predecessori taniti si erano decisamente trattenuti in questa direzione; Siamun catturò Ghezer intorno al 960 a.C., ma si allea immediatamente con * Salomone tramite un matrimonio diplomatico (i Re 3: 1; 9:16) e cercò di trattenere il suo protetto edomita Hadad dalla vendetta su Salomone (i Re 11: 14-22) , 25). La campagna di Shishak ebbe luogo nel quinto anno * del regno di Roboamo (918/7 aEV) ed è riportata in i Re 14: 25–28, II Cronache 12: 2–12 e in un rilievo a Karnak che elenca le 165 città conquistate. Il motivo della campagna potrebbe essere stato l’ingratitudine da parte di * Geroboamo, che in precedenza aveva trovato protezione alla corte di Shishak (i ​​Re 11:40). Roboamo fu distratto da una task force inviata nel Negev che penetrò fino a Edom, e dovette pagare un riscatto dal tesoro del Tempio; Gerusalemme e Giuda rimasero intatte. Le sue fortificazioni meridionali (II Cron. 11: 5-12) potrebbero essere state erette in questa occasione. Le principali energie di Shishak erano dirette contro il nord. Fece un giro della zona, portando distruzione su Ghezer, Gabaon, città nella valle del Giordano, Sichem, Megiddo (dove fu trovata parte di una stele che porta il suo nome) e città nella regione dello Yarkon. A causa della distruzione di Sichem, la residenza di Geroboamo fu temporaneamente rimossa a Penuel (i Re 12:25), che poi cadde anche per mano delle truppe di Shishak (non è menzionato di nuovo nelle fonti bibliche).

[Irene Grumach]

Nell’aggadah

Il vero nome di Shishak era Zevuv (“volare”), ma era così chiamato perché desiderava (dalla radice A-SHa-K; “desiderare”) per la morte di Salomone, che temeva di attaccare (sor 20). I tesori che ha saccheggiato da Gerusalemme (cfr. I Re 14:25 ss.) Erano quelli che i figli d’Israele avevano preso dall’Egitto al tempo dell’Esodo (Esodo 12:36; Pes. 119a).

bibliografia:

WF Albright, in: basor, 130 (1953), 4–11; B. Mazar, in: vts, 4 (1957), 57–66; J. Gray, io e ii re. Un commento (1963), 114–6, 265, 313; GE Wright, Sichem (1965), 145. nell’aggadah: Ginzberg, Legends, index; I. Ḥasida, Ishei ha-Tanakh (1964), 398.