Schema dell’Uganda

Nella primavera del 1903 Joseph Chamberlain, il segretario coloniale britannico, offrì a Herzl l’altopiano di Guas Ngishu vicino a Nairobi in Africa orientale – non l’Uganda, come Chamberlain e altri successivamente lo chiamarono erroneamente – per un insediamento ebraico sotto la bandiera britannica. Herzl pensava che fosse politicamente imprudente rifiutarlo, dal momento che il fatto stesso che una grande potenza stesse negoziando con lui equivaleva a un riconoscimento de facto del suo movimento. Ha considerato l’offerta principalmente in termini politici. Piuttosto che essere un impedimento, potrebbe avvicinare la realizzazione del suo obiettivo finale. Per lui era solo uno stratagemma per ottenere il riconoscimento britannico del movimento sionista, il riconoscimento degli ebrei come popolo e per portare gradualmente la Gran Bretagna alla conclusione che solo in Palestina il problema ebraico sarebbe stato risolto. In queste tattiche ha avuto un grande successo. In nessun momento Herzl abbandonò la Palestina.

La tempesta scoppiata durante il sesto congresso sionista nell’agosto 1903 era imprevista. L’aspra controversia è stata in gran parte dovuta a un malinteso. Non era stata messa all’ordine del giorno la scelta tra “Sion o Uganda”. Quello che era stato proposto era l’invio di una commissione d’inchiesta in Africa orientale, e Herzl aveva previsto che il rapporto sarebbe stato negativo, poiché gli era chiarissimo che gli ebrei non sarebbero andati in Africa in ogni caso.

Inoltre, tutta la controversia era irrilevante, perché l’argomento era diventato irreale. In vista delle proteste sollevate dai coloni bianchi in Kenya contro l’idea stessa di un insediamento ebraico, il Foreign Office ha cambiato idea. Herzl non ha versato lacrime. In una lettera circolare ai membri dell’Esecutivo sionista, ha dichiarato che il progetto dell’Africa orientale era morto. A metà aprile 1904, durante una riunione dell’Esecutivo, i principali oppositori, i Neinsagers, ammisero di essersi sbagliati ed espressero la loro incrollabile fiducia in Herzl.

Per un trattamento più completo vedere * Herzl, Theodor.

bibliografia:

RG Weisbord, Sion africana: il tentativo di stabilire una colonia ebraica nel protettorato dell’Africa orientale, 1903-1905 (1968); I diari completi di Theodor Herzl, ed. R. Patai, tr. M. Zohn (1960); OK Rabinowicz, Herzl e l’Inghilterra (1951); A. Bein, Theodor Herzl: una biografia (1962); M. Heymann, La controversia in Uganda, 2 voll. (1970); I. Friedman, “Herzl and the Uganda Controversy”, in: R. Robbertson e E. Timms (a cura di), Theodor Herzl e le origini del sionismo (Austrian Studies 8) (1997), 39-53; anche in ebr. nel: Iyyunim, 4 (annuale 1994), 175-203.

[Isaiah Friedman (2a ed.)]