Un Sacramento della Chiesa validamente amministrato, se improduttivo della grazia a causa di qualche impedimento o obex nel destinatario, si dice che rianima quando l’ostacolo viene successivamente rimosso; cioè, il Sacramento conferisce la grazia in virtù del rito iniziale validamente amministrato. La rinascita del potere sacramentale richiede: che l’ostacolo venga rimosso, ad esempio, mediante una sincera contrizione; che il Sacramento è stato validamente amministrato; che il rito ha lasciato nel destinatario qualche effetto reale; e che Dio vuole nella Sua misericordia che questa sia l’azione sacramentale. Questo è l’insegnamento generale dei teologi riguardo a Battesimo, Cresima, Ordini, Unzione degli infermi e Matrimonio. Alcuni teologi estendono la dottrina all’Eucaristia e alla Penitenza.
La convinzione implicita in questo insegnamento, che i sacramenti conferiscono qualche effetto reale diverso dalla grazia, deriva dalla pratica della Chiesa primitiva di non ripetere alcuni sacramenti, in particolare il Battesimo e gli Ordini, una volta validamente amministrati. Da questa pratica S. Agostino († 430) derivò e sviluppò il suo insegnamento del carattere sacramentale. Le sue frequenti affermazioni secondo cui, sebbene i sacramenti ricevuti indegnamente non valgano per la salvezza, ma lo fanno immediatamente dopo il pentimento del destinatario, sono la più chiara espressione di rinascita nell’insegnamento dei Padri della Chiesa.
Con il rinnovarsi dell’interesse per la sacramentologia nel Medioevo, dato impulso dalle controversie sulle ordinazioni simoniache, la Chiesa ha approvato che i teologi distinguessero in un Sacramento il rito esterno (solo mistero ), la realtà simbolica (ordinato ) e la grazia (sola cosa ). Alcuni teologi pensano che la realtà simbolica che il ricevente riceve come effetto reale da un Sacramento amministrato validamente provoca il dono della grazia dopo che l’ostacolo è stato rimosso; altri parlano dell’effetto reale lasciato nell’anima come disposizione alla grazia; altri, come un’impressione nelle facoltà dell’anima; altri ancora, come modifica del carattere battesimale.
I teologi di solito assegnano la realtà simbolica, cioè, il carattere di Battesimo, Cresima e Ordini, e il legame; o vincolo sacramentale interiore, del Matrimonio, come causa della grazia nella rinascita. Da ciò deducono la volontà di Dio, che se la rinascita non fosse la sua volontà, il peccato originale non potrebbe mai essere rimosso in chi riceve il battesimo validamente, ma indegnamente. Inoltre, i fedeli non riceverebbero mai la grazia di quegli stati di vita in cui li ammettono Cresima, Ordini e Matrimonio. La maggior parte dei teologi ritiene che il vero effetto dell’unzione degli infermi sia una consacrazione degli infermi alla misericordia di Dio durante una particolare malattia; e il rito dell’amministrazione condizionale sembra confermare questa opinione. Molto meno accordo esiste tra i teologi sul fatto che anche l’Eucaristia e la Penitenza in un certo senso “rivivono”.
Bibliografia: b. leeming, Principi di teologia sacramentale (New ed. Westminster, Md. 1956). f. Solaris, “Il Battesimo” La somma della teologia (Biblioteca di autori cristiani 4; 1953) 183-185. un. michel, Dizionario di teologia cattolica, ed. un. vacant et al., (Parigi 1903–50) 13.2: 2618–19.
[pl hanley]