Promessa, obbligo morale di a

Una promessa è una garanzia che uno dà di fare, dare o astenersi da qualcosa a vantaggio di un altro. Una promessa di qualche tipo è coinvolta in tutti i contratti, ma normalmente quando un teologo morale parla di una semplice promessa esclude dalla considerazione accordi reciproci o onerosi e pensa solo agli impegni unilaterali e gratuiti che un individuo può assumere a beneficio di un altro.

Una promessa vincola in virtù della giustizia commutativa se è contrattuale nel senso più stretto del termine, poiché in tal caso il promotore intende impegnarsi seriamente e il promettente accetta l'assicurazione con tale intesa. La deliberata violazione di tale promessa è quindi gravemente peccaminosa, a condizione che la materia che la riguarda non sia troppo banale per sua natura per essere oggetto di grave ingiustizia.

Più comunemente le promesse della vita quotidiana si vincolano solo nella fedeltà. Non comportano un contratto rigoroso perché non c'è accettazione formale da parte del promesso, e il promittente non intende assumersi un grave obbligo morale. Il mantenimento di tali promesse, quindi, non è una questione di giustizia rigorosa, ma piuttosto una forma di veridicità in cui un individuo rende le sue azioni conformi alle sue parole. La fedeltà è una qualità dell'anima più lodevole, ma è meno urgentemente necessaria per il bene sociale della giustizia, e la sua violazione in circostanze ordinarie non è considerata mortalmente peccaminosa.

Una promessa, sia essa vincolante per giustizia o fedeltà, cessa di obbligare (1) se il promesso è disposto a non adempiersi, (2) se l'adempimento diventa impossibile, illegale, inutile o dannoso per il promesso, o (3) se si può ragionevolmente presumere che il promettente non si sarebbe vincolato se avesse previsto qualche mutamento di circostanza sopravvenuta connesso alla promessa.

Quando ciò che è promesso è moralmente sbagliato, la promessa non è valida e non ha valore vincolante sin dall'inizio.

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