PIRKEI DE-RABBI ELIEZER , opera aggadica dell’ottavo secolo (vedi * Midrash), chiamata anche Baraita de-Rabbi Eliezer or Haggadah de-Rabbi Eliezer nella letteratura rabbinica medievale a causa delle sue parole iniziali: “È correlato a * Eliezer b. Hyrcanus”.
Carattere e composizione
Il libro non è un Midrash costruito sui versi della Scrittura, ma un racconto aggadico; la versione esistente è divisa in 54 capitoli, ma questo probabilmente non è l’intero libro. Inizia con un Aggadah sui primi giorni di Eliezer b. Ircano, quindi racconta cronologicamente gli eventi dalla Creazione fino alla metà dei viaggi dei Figli di Israele nel deserto, concludendo con * la lebbra di Miriam e il * serpente di rame. Nella seconda metà del libro, da Abramo in poi, la narrazione è collegata alle benedizioni del * Midreshei Aggadah dei * Targums alla Scrittura che ebbe origine in Ereẓ Israel. L’autore non cita le sue fonti, ma tende a rivederle completamente, accorciandole, allungandole e combinandole liberamente. Non si tratta quindi di una raccolta o di una raccolta di fonti diverse, ma un libro con una narrazione unificata e continua in cui la personalità dell’autore è chiaramente riconoscibile. L’autore è stato fortemente influenzato sia dal contenuto che dalla forma dagli * Apocrifi e dagli Pseudepigrafi del periodo del Secondo Tempio, in particolare dai libri del ciclo * Enoch. Tutto il suo modo di narrare e il metodo unico di connessione halakhah e Aggadah sono stati influenzati dal Libro dei Giubilei. Pirkei de-Rabbi Eliezer ha così conservato molte fonti antiche. Non contiene quasi nomi di amoraim, ma attribuisce falsamente detti a molti tannaim. Pirkei de-Rabbi Eliezer è quindi un’opera pseudepigrafica per eccellenza; l’influenza delle opere apocalittiche del periodo del Secondo Tempio è ben marcata in questo senso, così come nella sua aria mistica e nelle descrizioni degli angeli. Il halakhot del * calendario stabilito nel periodo bizantino e all’inizio dell’era musulmana erano già note all’autore. Il libro è pieno delle usanze halakhiche correnti in Ere Israel all’inizio del periodo geonico. Contiene leggende arabe e notevoli descrizioni della dinastia musulmana degli Omayyadi e attende con impazienza la caduta di questo califfato (omayyade) come presagio della fine dell’esilio. Tutte queste indicazioni dimostrano che fu composto in Ereẓ Israel durante la prima metà dell’VIII secolo, appena prima della caduta della dinastia degli Omayyadi, ma prima dell’ascesa della dinastia degli Abbasidi. Citazioni da esso si trovano già nel trattato * Pirkoi ben Baboi. L’opera segue anche il modello delle raccolte arabe di leggende bibliche, in cui la narrazione riceve più enfasi dell’esegesi. Pirkei de-Rabbi Eliezer fu pubblicato per la prima volta a Costantinopoli (1514) e ristampato molte volte sulla base della prima edizione. Nell’edizione di Varsavia del 1852 fu aggiunto un prezioso commento di David * Luria. Molti manoscritti sono stati conservati e estratti di tre di essi sono stati pubblicati da Higger in Horeb, 8–10 (1944–48), e uno di questi è stato tradotto in inglese da G. Friedlander (1916, 19652).
bibliografia:
Zunz-Albeck, Derashot, 134-40.
[Moshe David Herr]