Un movimento fortemente ascetico, noto anche come Ortlibenses, che deve il suo nome a Ortlieb di Strasburgo (c. 1200). Un esempio di protesta laica contro la religione istituzionale, sono menzionati in documenti del XIII secolo con i Cathari e i Waldenses, e anche le sette minori, sottolineando così la confusione sul loro insegnamento nelle menti dei loro contemporanei. Ad esempio, una costituzione emanata dall’imperatore Federico II il 13 maggio 14 proscriveva il Ortoleva con una serie di altre eresie (Monumenti storici tedeschi [Berlino 1826—] legislazione 4: Cost. 2: 284–285). Secondo il giudizio di alberto magno sugli eretici del distretto svevo di Ries (diocesi di Augusta) c. 1270, gli Ortlibarii erano stati condannati da Innocenzo III per aver ritenuto “che l’uomo deve astenersi dall’esterno e seguire lo spirito che è in lui”. Ricordavano, da un lato, il panteismo degli amalriciani centrati a Parigi (secondo Jundt e Preger) e, dall’altro, il dualismo della diffusa corrente gnostico-manichea (Haupt). Tuttavia, differenze significative li distinguono da questi movimenti così come dai valdesi con i quali Müller era ansioso di stabilire una relazione. Gli Ortlibarii sposarono una causa che non solo mirava a dissolvere la Chiesa visibile, ma cercava anche di minare i principi essenziali della tradizione cristiana. La fonte principale dei loro insegnamenti è il cosiddetto Passau Anonymus (Pseudo-Rainer ), iniziato c. 1260. La setta non accettava la creazione divina del mondo, che consideravano eterna. I suoi membri hanno riaperto la questione cristologica con un attacco alla dottrina trinitaria. Rivolgendosi ai Sacramenti, rifiutarono l’Eucaristia e giudicarono inutile il Battesimo dei bambini poiché solo l’adesione consapevole al loro movimento era efficace. Alla gerarchia cattolica si opponevano ai loro stessi perfetti che, affermavano, potevano legare e sciogliere. Non riconoscevano alcun obbligo di pagare le decime, affermando che il clero doveva guadagnarsi da vivere con il lavoro manuale. Il papato è stato identificato con la meretrice dell’Apocalisse. Una volta che il papa e l’imperatore si fossero convertiti alla setta, il Giudizio Universale sarebbe stato imminente. L’impossibilità di essere annoverata tra i settari meritava la dannazione. Sebbene negassero la risurrezione del corpo, presero la perfezione dello spirito. Di particolare interesse per il governo civile era il rifiuto dei giuramenti e della pena capitale. Sebbene, a differenza dei Catari, accettassero il matrimonio, prescrissero la continenza. Gli Ortlibarii non sono sopravvissuti al XIII secolo; presumibilmente furono assorbiti dai Fratelli e dalle Sorelle dello Spirito Libero del XIV secolo.
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[ew mcdonnell]