Onkelos e aquila

Onkelos e aquila (II secolo d.C.), due traduttori della Bibbia, uno in aramaico e l’altro in greco, entrambi proseliti. Sebbene non vi siano dubbi sulla loro esistenza separata, poiché la traduzione di Onkelos è stata preservata nella sua interezza e quella di Aquila in frammenti (vedi * Aramaico (aramaico medio) e * Bibbia, Traduzioni), la somiglianza dei nomi ha causato notevole confusione . Episodi simili o identici sono riportati nel Talmud babilonese e nel Tosefta come applicabili a Onkelos, e nel Talmud di Gerusalemme e nel Midrashim palestinese ad Aquila (Akilas). È quindi conveniente trattarli principalmente come uno, indicando ove possibile dove possono essere distinti l’uno dall’altro. Fatto e leggenda sono indissolubilmente intrecciati.

Secondo Epifanio, Aquila era originario del Ponto e parente dell’imperatore * Adriano, che nel 128 circa lo nominò a un ufficio legato alla ricostruzione di Gerusalemme come Aelia Capitolina. Anche il Midrash (Tanḥ. 41a, Mishpatim 3) si riferisce a lui come il figlio della sorella di Adriano, sebbene il Talmud babilonese si riferisca a lui come “Onkelos figlio di Kalonikus [v. Kalonymus] figlio della sorella di Tito. ” Si convertì al giudaismo, ma prima di farlo suscitò gli spiriti di Tito, Balaam e Gesù (quest’ultimo fu espulso dal censore dalle edizioni a stampa), i quali confermarono che il popolo di Israele è tenuto nella più alta reputazione nel mondo a venire (Git. 56b, 57a). Secondo il Tanḥuma, quando formò l’intenzione di convertirsi al giudaismo, temendo la rabbia e l’opposizione di Adriano, lo informò che desiderava viaggiare (a Ereẓ Israel) per affari, e Adriano gli offrì tutti i soldi di cui aveva bisogno per rimanere A Roma. In ogni caso, doveva essere una persona ricca, e questo presta punto al commento del Midrash (Gen. R. 70: 5), all’effetto che ha chiesto a R. Eliezer b. Ircano se non ci fosse ricompensa maggiore per il proselito di quella dichiarata nella Bibbia, che Dio “ama lo straniero [ger, in ebraico mishnaico un proselito] nel dargli cibo e vestiti “(Deut. 10:18), sottolineando che non era a corto di nessuna di queste cose. La risposta brusca di Eliezer avrebbe potuto scoraggiarlo, ma andò da R. Joshua con la stessa domanda e Giosuè rispose che si riferisce a benefici spirituali. La sua conversione incontrò la vigorosa opposizione dell’imperatore. Secondo il Tanhuma lo “colpì sulla guancia”; secondo il Talmud (Av. Zar. 11a) inviò quattro contingenti successivi di soldati per arrestarlo, ma riuscì a convertirli tutti al giudaismo. Onkelos era un contemporaneo di Rabban Gamaliel di Jabneh e un collega e allievo di Eliezer b. Hyrcanus e Joshua b. Hananiah (cfr. sopra). La sua relazione con Gamaliele era molto stretta, e quando Gamaliele morì Onkelos organizzò un funerale costoso per lui, come era solitamente riservato ai reali (Tosef., Shab. 7 (8): 18; Av. Zar. 11a). stesso con la massima pietà ed è stato particolarmente meticoloso nell’adesione al leggi di purezza rituale, superando sotto questo aspetto anche Rabban Gamaliel, applicando al cibo ordinario le regole ingiunte per la partecipazione ai sacrifici (Tosef., Ḥag. 3: 2 e 3). In un’occasione si rifiutò di fare il bagno nei bagni rituali di Ashkelon (poiché lo considerava un territorio pagano) e fece le sue abluzioni in mare, mentre Gamaliele (secondo un’opinione) non era così particolare (Tosef., Mik. 6: 3). C’è un’affermazione talmudica attribuita a lui (bb 99a) secondo cui i volti dei * cherubini erano girati di lato “come un allievo che si congeda dal suo maestro”.

I due traduttori si differenziano l’uno dall’altro in due passaggi del Talmud. Dove il Talmud babilonese (Meg. 3a) afferma che Onkelos il Proselyte tradusse il Pentateuco in aramaico (Targum) sotto la guida di R. Eliezer e R. Joshua, il passaggio parallelo nel Talmud di Gerusalemme (ibid. 1:11, 71c) si riferisce chiaramente alla traduzione di Aquila il Proselyte in greco, e ci sono alcune citazioni nel Talmud che si riferiscono chiaramente a una traduzione in greco. Dopo Azariah de * Rossi, sono stati fatti tentativi per districare la confusione tra il traduttore aramaico Onkelos e il traduttore greco Aquila. L’opinione prevalente tende ad attribuire i passaggi talmudici ad Aquila, ma quando, nelle fonti babilonesi, il nome fu corrotto in Onkelos, l’attuale traduzione anonima del Pentateuco in aramaico fu attribuita a “Onkelos il Proselito”.

bibliografia:

A. Silverstone, Aquila e Onkelos (1931); Zunz-Albeck, Derashot; Kohut, Arukh, 1 (1926), 158 e nota. Per ulteriore bibliografia vedere * Bibbia, Traduzioni.

[Louis Isaac Rabinowitz]