Nevu’at ha gridato

NEVU’AT HA-YELED (Ebr. נְבוּאַת הַיֶּלֶד; “La profezia del bambino”), un racconto ebraico medievale. Il corpo del racconto è seguito da una serie di profezie occulte in aramaico. Stampato per la prima volta alla fine di Sefer Nagid u-Meẓavveh di Jacob * Ẓemaḥ (Costantinopoli, 1726) e pubblicato molte volte da allora, era noto già alla fine del XV secolo e all’inizio del XVI quando alcuni cabalisti, tra cui R. * Abraham b. Eliezer ha-Levi, ha scritto commenti alle profezie in Nevu’at ha-Yeled. La storia racconta di un bambino prodigioso, Naḥman, nato nel V secolo da un cabalista; il bambino morì molto giovane, ma subito dopo la nascita iniziò a raccontare a sua madre i segreti dei mondi celesti. Suo padre lo ammonì di non rivelare misteri proibiti all’uomo, e da quel momento il bambino parlò solo in modo oscuro ed enigmatico.

Gli studiosi moderni hanno tentato di datare la storia e le profezie in essa contenute tracciando eventi storici noti a cui si accennava e collegandoli al testo. L’oscurità del testo lo rende molto difficile, ma sembra probabile che nelle profezie si faccia riferimento agli eventi storici del XV secolo, specialmente in Oriente. Tuttavia, lo scopo della storia e delle sue profezie era di anticipare la venuta del Messia e di descrivere i principali eventi politici e storici e le catastrofi che portarono alla sua rivelazione finale. I cabalisti interpretarono le profezie come accenni alla venuta del Messia all’inizio del XVI secolo.

Nel genere letterario, c’è una grande somiglianza tra le profezie del bambino ebreo e fenomeni comparabili nella letteratura non ebraica, ad esempio, le profezie criptiche del mago Merlino (secondo la leggenda, raccontate quando era un ragazzo) che molti cristiani medievali gli studiosi hanno interpretato come predire eventi futuri. Una parodia Nevu’at ha-Yeled è stato scritto da R. Joseph * Delmedigo nel suo Maẓrefle-Ḥokhmah (Basilea, 1629) su un bambino in Polonia la cui doppiezza è stata rivelata.

bibliografia:

AZ Aešcoly, Ha-Tenu’ot ha-Meshiḥiyyot be-Yisrael, 1 (1956), 283-6; Scholem, in: ks, 2 (1925/26), 115-9: 13. Inserisci. bibliografia: Avraham ben Eli’ezer ha-Leṿi, Sheloshah Ma’amre Ge’ulah: Nevu’at ha-Yeled … Mashra Ḳaṭrin … Igeret Sod ha-Ge’ulah… A. Gros (ed.) (2000); D. Tsadik, in: Studi iraniani, 37: 1 (2004), 5-15.

[Joseph Dan]