Mesha stele, una stele di basalto inscritta, che misura circa 40 pollici (un metro) di altezza e circa 28 pollici (70 centimetri) di larghezza, eretta da * Mesha, re di Moab, a Dibon (oggi, Dhībân), probabilmente nel terzo quarto di IX secolo aC La forma della stele, con base piatta e sommità arrotondata, è caratteristica di quelle erette dai re di quel periodo. A differenza di molte altre iscrizioni commemorative, la stele della Mesha non ha rilievo nella parte superiore. Fu trovato a Dibon nel 1868 da FA Klein, un missionario prussiano. Prima della sua acquisizione da parte del Louvre, fu distrutto dai beduini, i quali, osservando il grande interesse che suscitava tra gli europei, presumevano che contenesse un tesoro o un fantasma. L’iscrizione è stata decifrata con l’aiuto di una stretta fatta da Clermont-Ganneau su tutte tranne le ultime righe. La lingua dell’iscrizione è moabita, che è strettamente imparentata con l’ebraico, sebbene diverga da esso in diverse caratteristiche grammaticali. La scrittura alfabetica cananea-ebraica è ben definita e chiara; le parole sono separate l’una dall’altra da punti e le frasi da linee verticali. Mesha dedicò la stele alla sua divinità Chemos in segno di gratitudine per la liberazione da parte di quest’ultimo dei Moabiti dal dominio israelita e per il suo aiuto nella conquista della pianura. La stele (righe 4–9) dice: “Per quanto riguarda Omri, re d’Israele, ha umiliato Moab per molti anni [lett. Giorni], perché Chemos era arrabbiato con la sua terra. E suo figlio lo seguì e disse anche ‘Lo farò umile Moab. Ai miei tempi parlava [così], ma io ho trionfato su di lui e sulla sua casa, mentre Israele è perito per sempre “(cfr. Ii Re 1: 1; 3: 4-5). Tuttavia, descrivendo gli eventi in prima persona, la vera intenzione di Mesha era probabilmente quella di perpetuare le proprie vittorie su Israele.
bibliografia:
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[Bustanay Oded]