Mater e magistra

Una lettera enciclica che tratta dell’insegnamento cristiano sulle moderne questioni sociali, indirizzata da Giovanni XXIII il 15 maggio 1961, a tutti i membri della gerarchia, del clero e dei laici dell’intero mondo cattolico. Sebbene non sia stato pubblicato ufficialmente fino al luglio dello stesso anno, è stato datato 15 maggio, per commemorare il 70 ° anniversario della rerum novarum. Si può notare che l’enciclica successiva e per certi versi più famosa Pace sulla Terra (11 aprile 1963) era rivolto non solo ai cattolici ma a “tutti gli uomini di buona volontà”.

L’intento del papa è stato chiarito nel titolo di Madre e insegnante, “Sui recenti sviluppi della questione sociale alla luce dell’insegnamento cristiano”. Come Leone XIII, Giovanni ha esordito sottolineando che la Chiesa non è solo maestra di ciò che è giusto e sbagliato, ma è anche una madre che si dona liberamente, soprattutto per i “piccoli e oppressi”. La prima sezione esamina le condizioni sociali e la sottostante falsa filosofia sociale che ha indotto Leone a scrivere la sua “sintesi completa dei principi sociali”, indicata anche come “compendio dell’insegnamento sociale ed economico cattolico” e come “Magna charta di ricostruzione sociale ed economica. “Una considerazione speciale è data all’insegnamento di Leone sul ruolo sociale della Chiesa, la dignità del lavoratore e del suo lavoro, gli aspetti sociali dell’istituzione della proprietà privata, i diritti e gli obblighi dei governi di intervenire questioni sociali, diritto dei lavoratori a formare le proprie associazioni, importanza della solidarietà umana e della fratellanza cristiana. Il quadragesimo anno di Pio XI (15 aprile 1931) e la trasmissione radiofonica di Pio XII La solennità (1 giugno 1941) sono discussi per il loro chiarimento del pensiero di Leone e per i loro contributi unici al corpo crescente del pensiero sociale cattolico.

La seconda sezione di Madre e insegnante analizza alcune grandi aree dell’insegnamento di Leo, in particolare, il principio di sussidiarietà; l’importanza della cooperazione come principio sociale ed economico fondamentale; la maggiore dipendenza dell’individuo dai gruppi sociali; la necessità di massimizzare la libertà degli individui e dei gruppi sociali minori; le esigenze del bene comune; fattori che determinano il giusto salario; riconciliazione del progresso industriale e tecnologico moderno con le esigenze di tutti i segmenti della popolazione; e, infine, questioni di proprietà privata e proprietà pubblica. In questa sezione, Giovanni ha applicato dapprima l’insegnamento dei suoi predecessori ai problemi moderni e, in secondo luogo, ha mostrato una consapevolezza molto reale dell’importanza della comunità come entità e dell’interdipendenza di tutti gli uomini e di tutte le nazioni.

La terza sezione è la parte più originale del documento. Esplora i problemi delle economie prevalentemente agricole, specialmente nelle aree depresse del mondo; chiede un’azione più energica da parte delle autorità pubbliche per promuovere l’interesse degli agricoltori e dei lavoratori agricoli in ogni modo possibile e sottolinea che i problemi delle aree depresse sono responsabilità dell’intera comunità, delle nazioni e in particolare delle nazioni più ricche. Dove c’è squilibrio tra popolazione e risorse naturali, i principi cristiani richiedono che le nazioni più fortunate agiscano per correggere la situazione con misure come aiuti di emergenza e assistenza scientifica, tecnica e finanziaria. L’autonomia delle nazioni riceventi dovrebbe essere considerata sacra e le nazioni donatrici non dovrebbero usare l’aiuto che forniscono per sviluppare una nuova forma di colonialismo.

La quarta e ultima sezione richiama l’importanza della verità, della giustizia e dell’amore nella ricostruzione di un sano ordine sociale. L’importanza degli insegnamenti sociali della Chiesa è sottolineata con l’ingiunzione che questi principi non solo devono essere insegnati in tutte le scuole, specialmente nei seminari, ma devono essere attuati in particolare attraverso un vigoroso apostolato laicale. Inoltre, si chiede ai cattolici di non esitare a cooperare con persone di altre fedi nell’enorme compito di umanizzare e cristianizzare la civiltà moderna.

Bibliografia: Testo latino ufficiale in Di Janet 53 (1961) 401–64. Traduzione inglese in dj o’brien e ta shannon, eds., Pensiero sociale cattolico: il patrimonio documentario (Maryknoll, NY, 1992) 84–128. jn moody e jg lawler, La sfida di Mater e Magistra (New York, 1963). jf cronin, Cristianesimo e progresso sociale: un commento alla Mater et Magistra (Baltimora, 1965). jy calvez, Il pensiero sociale di Giovanni XXIII: Mater Et Magistra (Chicago, 1964). dj o’brien, “Un secolo di dottrina sociale cattolica: contesti e commenti” in j. coleman, Cent’anni di pensiero sociale cattolico (Maryknoll, NY, 1991) 13-24.

[tj harte]