Lisimaco d’Alessandria °

Lisimaco d’Alessandria ° (di data incerta), autore di numerose opere mitografiche e di un libro sull’Egitto. Oltre alle versioni scurrile dell’Esodo fornite da * Manetone e * Chaeremon, Giuseppe Flavio aggiunge il racconto di Lisimaco, che, dice, “supera entrambi nell’incredibilità delle sue finzioni” (Apion, 1: 304-20). Secondo la versione di Lisimaco, durante il regno di Bocchoris (forse una corruzione di bekhor, in allusione alla piaga del primogenito durante la quale gli ebrei lasciarono l’Egitto), re d’Egitto, gli ebrei (vedi anche * Tacito, storia, 5: 3), afflitto da lebbra e scorbuto, si rifugiò nei templi. Ne seguì una carestia in tutto l’Egitto e un oracolo di Ammon informò il re che il fallimento dei raccolti poteva essere evitato solo eliminando i templi dalle persone impure, scacciandole nel deserto e annegando coloro che erano affetti dalla lebbra. Dopo che i lebbrosi furono annegati, gli altri, 110,600 furono esposti nel deserto a perire. Un certo Mosè, tuttavia, consigliò loro di procedere fino a quando non avessero raggiunto il paese abitato, ordinando loro di non mostrare buona volontà a nessuno, di offrire non il consiglio migliore ma il peggiore, e di rovesciare i templi che trovavano. Quando arrivarono nel paese ora chiamato Giudea, costruirono una città chiamata Hierosyla (“città di ladri di templi”). In un secondo momento hanno modificato il nome per evitare rimproveri e hanno chiamato la città Hierosolyma. Giuseppe Flavio tenta di confutare il racconto, non offrendo altre prove, ma mostrando la sua intrinseca improbabilità.

bibliografia:

A. Gudeman, in: Pauly-Wissowa, 27 (1928), 32–39; Reinach, Testi, pp. 117-20; Schuerer, Gesch, 3 (19094), 535 s.

[David Winston]