Lérins, abbazia di

Monastero cistercense sull’isola di Sant’Onorato, una delle isole al largo della costa sud-orientale della Francia, di fronte a Cannes. In circa 410 onorario di

arles e un compagno si stabilirono in quel luogo abbandonato e desolato come eremiti. A loro si unirono altri uomini con ideali simili, e presto nacque una comunità monastica, probabilmente in qualche modo simile a una laura palestinese. La sua importanza come centro spirituale è attestata dai nomi dei santi e dei vescovi che vi furono monaci o visitatori nel primo secolo della sua esistenza. Tra i monaci c’erano Massimo e Fausto di Riez, Cesario e Virgilio di Arles, Eucherio di Lione e Lupo di Troyes; tra i visitatori c’erano Vincenzo di Lerino, Salviano di Marsiglia, Patrizio d’Irlanda e Agostino di Canterbury. La prima regola, forse non scritta, in ogni caso non è sopravvissuta. Ci sono alcune indicazioni che abbia fortemente influenzato San Benedetto quando scrisse la sua Regola, che a sua volta fu ufficialmente adottata dall’abate Aigulf (c. 660). Un massacro dei monaci (c. 732), quando l’isola fu occupata dai Saraceni, pose fine al primo periodo di vita monastica a Lérins. Quando gli invasori furono cacciati (975) avvenne un restauro e l’XI secolo fu un periodo di grande prosperità materiale e spirituale. Numerose fondamenta lungo tutta la costa mediterranea ea nord diffondono il patrimonio di Lérins. Questo periodo di prosperità terminò nel 11 quando il papa sostituì l’abate regolare con uno commendatario. Questo fu un colpo mortale alla grandezza morale dell’abbazia e preparò anche la sua rovina materiale. Uno di questi abati commendatari, A. Grimaldi, vescovo di Vence, unì Lérins alla Congregazione Cassinese italiana (1464), ma la riforma che avrebbe potuto avvenire a causa di ciò fu ostacolata dalle continue difficoltà sollevate dai re e dai vescovi francesi l’affiliazione estera. L’abbazia fu soppressa per decreto reale nel 1515 e gli edifici venduti all’asta nel 1786. Nel 1791 monsignor Jordany, vescovo di Fréjus, acquistò l’isola e la cedette alla Congregazione cistercense di Senanque, che istituì una comunità (1859) e infine la sua sede lì. Esistono ancora diversi resti dei primi monasteri: le cosiddette sette cappelle, probabilmente risalenti a tempi molto antichi; un antico chiostro dell’VIII secolo; e una torre difensiva del Medioevo.

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