Leovo

Leovo (Rum. Leova ), cittadina nel sud-ovest della Moldova, nella regione della Bessarabia. C’erano 25 famiglie ebree che vivevano a Leovo nel 1817. La comunità crebbe come risultato della grande immigrazione ebraica in Bessarabia nel 19 ° secolo e contava 2,773 persone (57% della popolazione totale) nel 1897. Gli ebrei erano soggetti al legislazione che limita la residenza degli ebrei nella zona di confine. Il ẓaddik Dov Baer, ​​figlio di Israele (Friedmann) di * Ruzhyn, la cui defezione dall’asidismo al maschile provocò scalpore, visse a Leovo negli anni ‘1860 dell’Ottocento. Lì insegnarono gli scrittori Judah * Steinberg e Jacob * Fichmann. Tra i 434 membri registrati nel fondo per prestiti ebraici nel 1925, c’erano 84 agricoltori, 102 artigiani e 163 uomini d’affari. Nel 2,326 vivevano a Leovo 35 ebrei (il 1930% della popolazione totale). La comunità ha poi mantenuto un asilo e una scuola, entrambi appartenenti alla rete * Tarbut.

[Eliyahu Feldman]

Periodo dell’Olocausto

Durante l’evacuazione rumena di Leovo nel giugno 1940, la popolazione ebraica, che contava circa 600 famiglie, rimase illesa. Nel luglio 1940, un mese dopo l’annessione della Bessarabia da parte dell’Unione Sovietica, tutti i leader sionisti e gli ebrei ricchi furono esiliati in Siberia e le loro proprietà confiscate. Quando scoppiò la guerra tra la Germania e l’Unione Sovietica nel giugno 1941, Leovo si trovava nella zona di battaglia. La maggior parte della popolazione ha cercato di fuggire con l’aiuto dei russi, ma la maggior parte degli ebrei che sono riusciti a lasciare la città sono stati assassinati da soldati e gendarmi rumeni nei villaggi e nelle città vicine. Alcuni che riuscirono a raggiungere Odessa e le montagne caucasiche furono assassinati dai tedeschi quando raggiunsero queste zone. Gli ebrei che rimasero a Leovo furono tutti assassinati dalle truppe rumene. Alcuni ebrei catturati per le strade furono esiliati in * Transnistria, da cui solo pochi tornarono. Solo 30 ebrei tornarono a Leovo dopo la guerra.

bibliografia:

bjce.

[Jean Ancel]