Le sette antifone tradizionalmente cantate al Magnificat nell’Ufficio Divino nei sette giorni prima della vigilia di Natale (17-23 dicembre), ciascuna antifona che inizia con l’interiezione “O”. Durante questo tempo le letture liturgiche ei canti, scelti principalmente da Isaia, annunciano la venuta del Messia, e più si avvicina la festa del Natale, più la liturgia accentua la sua chiamata al Salvatore con il grido “Vieni!” (Veni ). Durante il Medioevo le antifone O godettero di grande popolarità. L’intonazione fu assegnata in successione ai dignitari del monastero o del capitolo della cattedrale. Così la prima antifona, Saggezza, fu intonato dall’abate; il giorno successivo, Adonai, dal priore; Clavis David, dal cellario e così via. La campana più grande è stata suonata durante il canto dell’antifona O e del suo Magnificat.
Struttura e fonti testuali. Le antifone O sono tutte costruite su un piano simile a quello delle orazioni: prima un’invocazione al Messia con un titolo ispirato all’Antico Testamento (es. “O Emmanuel”); poi un’amplificazione affermando un attributo del Messia e sviluppando l’invocazione (“il nostro Re e il nostro Legislatore, quello atteso dalle nazioni, il loro salvatore”); infine, un appello che inizia sempre con “Vieni” e si riferisce all’invocazione iniziale (“Vieni a redimerci, Signore, nostro Dio”). Le loro fonti possono essere di origine scritturale o di composizione ecclesiastica, essendo quest’ultima un modo libero di giustapporre testi scritturali di fonti diverse. (1) I testi delle antifone O sono virtualmente un mosaico di prestiti dai libri profetici e sapienziali: Sapientia (Ecel 24.5); L’Adonai (Ex 6.13); Il Radix Jesse (Is 11.10); Il Claris David (Rv 3.7; cfr Is 22.22); Gli Oriens (Coniglio 6.12); Re di (Hg 2.8); O Emmanuel (È 7.14; 8.8). Questi termini dell’Antico Testamento furono applicati molto presto a Cristo. Quattro di loro (Sapientia, Rex, Emmanuel, Radix) erano già impiegati da Papa San Damaso (366-384) nel suo Una canzone dai loro nomi salvezza (Patrologia latina, ed. JP Migne 103: 378). Nessuna delle sette invocazioni, tuttavia, può essere trovata nel file Sui nomi di Cristo del / i Decretale / i gelasiano / i, talvolta attribuito allo stesso papa [cf. Dobschütz, (Testi e indagini 38 1912) fasc. 4: 3]. Il termine Clavis David è applicato a Cristo da Sant’Ambrogio (Dall’istituto. virg. 9.62, Patrologia Latina 16: 321); è stato ripetuto in Pontificale romanum nell’ammonimento Il personale prende il potere per la consacrazione di un re. (2) Le parole non scritturali sono poche e vengono utilizzate per collegare i termini presi in prestito dalla Scrittura. I due motivi Sono venuto a salvarci? (Da O Emmanuel ) e Sono venuto in mio soccorso (Da O radix ) non sembrano essere di origine scritturale. Il secondo sembra essere tratto da a risposta breve della liturgia dell’Avvento ed è un testo antichissimo, poiché questo appello alla liberazione si trova nelle stesse parole nell’antifonario mozarabico di Leon e viene ripetuto all’inizio di un’orazione del sacramentario mozarabico (ed. M. Ferotin, col. 162, riga 30).
Numero e origine. In ordine inverso le iniziali di ogni invocazione (S apientia; A donai, R adix, C l’opinione, O Niente, R ex, E mmanuel) costituiscono l’acrostico ERO CRAS. Questo è interpretato come la risposta di Cristo ai fedeli che lo hanno chiamato durante la settimana: “Domani ci sarò”. Da questo acrostico possiamo trarre due conclusioni: (1) L’ordine primitivo delle antifone era lo stesso di quello conservato oggi nel Breviario Romano, piuttosto che quello indicato da Amalario (L’ordine antiphonarii, giuramento. Hanssens, Studi e Testi 140: 46) o quello che si trova nell’antifonario ambrosiano o in molti manoscritti gregoriani. (2) Il numero originale delle antifone era sette. Altre antifone modellate su queste sette (come O Thomas Didyme or Oh Vergine ) non sono dello stesso autore. Non entrano nel quadro dell’acrostico; e, soprattutto, non sono indirizzate al Messia. O Thomas Didyme è stata composta per la festa di San Tommaso Apostolo (21 dicembre), sempre celebrata nel periodo in cui si cantano le antifone delle O. Oh Vergine; in onore della Vergine Maria, è probabilmente precedente, essendo stato citato da Amalario, e talvolta veniva cantato alla vigilia del Natale. Attributi di Amalario
la composizione delle O antifone a qualche anonimo “cantore” (De o. antiphonarii, cap. 13, ed. Hanssens, Studi e Testi 140: 44), che probabilmente visse nell’VIII secolo, forse anche nel VII. Tutti sono adattati allo stesso tema melodico nella modalità 2d. Il Magnificat che segue è cantato in tono solenne come nelle grandi feste. Sia il testo che la melodia sono stati probabilmente composti dallo stesso autore.
Bibliografia: c. callewaert, “De groote Adventsantifonen O” nel suo sacro corretto (Steenbrugge 1940). wj mcgarry, He Cometh (New York 1941). “Les Grandes Antiennes” Revue benedettino 2 (1885–86) 512–516. v. appello, Canto gregoriano (Bloomington NEL 1958) 400.
[m. huglo]