Filosofo e precursore della scienza moderna; b. probabilmente Bethune, nel nord della Francia, verso la fine del XIII secolo; d. dopo il 1358. Si conoscono pochi fatti certi della sua vita. Fatta eccezione per almeno un viaggio alla Curia papale ad Avignone, tutta la sua carriera è stata trascorsa all’Università di Parigi, dove, secondo Henry di Kalkar, ha insegnato per circa 50 anni. Nel 1328 fu maestro d’arte e rettore dell’università, incarico che ricoprì di nuovo nel 1340. Nel 1342 papa Clemente VI gli conferì una canonica nella chiesa di Arras. Nel 1348 il vescovo di Parigi lo nominò cappellano della chiesa di St. André-des-Arcs. Il suo nome era in cima alla lista dei 22 maestri parigini della Piccardia presentata al papa nel 1349. Servì come delegato della “nazione Picard”, redigendo nel 1347 uno statuto relativo all’amministrazione delle finanze e all’organizzazione degli uffici religiosi per quella nazione, e nel 1357 e 1358, ristabilì la pace tra la “nazione Picard” e la “nazione inglese”. L’ultimo anno in cui viene menzionato il nome di Buridan è il 1358; forse è morto poco dopo quella data.
La filosofia di Buridan è conosciuta principalmente attraverso i suoi commenti. Scrisse Nell’antica arte delle domande (sul Isagpge di Porfido, il Categorie, e Sull’interpretazione ) e Problemi di Analytica nella prima domanda e nelle successive Argomenti; e Domande sul suo lavoro elenchis. Sotto il titolo di più logico ha rimodellato il Summulae Logices di Pietro di Spagna (vedi giovanni xxi), adattandoli alle idee nominaliste. La sua filosofia naturale è contenuta nei commenti e nelle domande sui trattati fisici di Aristotele: Fisica dei Cieli, Creazione e decadenza, Meleorologica, Anima, Piccoli movimenti naturali degli animali; e Dalla fisiognomia. Ha scritto elaborazioni simili di Aristotele Metafisica, Etica Nicomachea, e Politica. A parte alcune indicazioni di cronologia relativa, le date di questi trattati non possono essere determinate. Ha anche scritto opere minori indipendenti dedicate a questioni particolari. Quando l’ordine reale del 1 marzo 1474, che ordinava la confisca di tutti i libri nominalisti, fu revocato nel 1481, ci fu una rinascita di interesse nelle opinioni di Buridan; delle sue principali opere furono eseguite ripetute stampe alla fine del Quattrocento e all’inizio del Cinquecento.
Buridan fu una figura di spicco nella corrente nominalista del XIV secolo, sebbene l’esatta misura della sua fedeltà a William di Ockham sia oggetto di dibattito. Nonostante le sentenze di censura approvate dall’università nel 1326, 1339 e 1340 contro alcune posizioni nominaliste, l’autorità di Buridan non fu influenzata. Fu prudentemente attento a dissociarsi dall’estremo nominalismo di uomini come nicholas of autrecourt e john of mirecourt. Contro Nicola difese il principio di causalità e la sua applicazione nel provare l’esistenza di Dio; e si impegnò in una polemica con John sulla distinzione tra sostanza e accidenti. Sebbene, come Ockham, tendesse ad allargare il campo delle verità probabili a scapito delle verità dimostrabili ea separare in modo più conciso il dominio della fede da quello del pensiero filosofico, mantenne la sua indipendenza su molti punti, ad esempio, sull’idea di scienza, supposizione movimento locale e tempo. Nella dottrina della volontà professava un determinismo intellettuale: la scelta tra due beni è inevitabilmente determinata dall’uno che è superiore all’altro; la libertà consiste solo nel potere di sospendere questa scelta con un pensiero supplementare.
Buridan è importante principalmente per le sue teorie fisiche, in particolare per la sua spiegazione del moto locale mediante la teoria dell’impulso, che applicò al moto delle sfere celesti così come al moto nel mondo sublunare. A causa di ciò e delle teorie correlate sulla natura del peso e dell’accelerazione della caduta dei corpi, e per la sua accettazione del sistema astronomico di Tolomeo, Buridan è considerato un precursore di Leonardo da Vinci, Nicolaus Copernicus e Galileo Galilei.
Altrimenti, il suo nominalismo trovò un’area più immediata di espansione nelle nuove università, in particolare tedesche, che venivano fondate in numero crescente durante questo periodo, e dove i suoi ex studenti, ora professori (come alberto di sassonia e marsilio d’inghen), diffondere le sue idee filosofiche.
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[h. bascour]