Le intercessioni generali sono anche chiamate preghiera universale, preghiera dei fedeli o preghiera del popolo. La tradizione cristiana ha sempre dato un posto importante alla preghiera di intercessione. San Paolo esorta all’offerta di “preghiere, petizioni, intercessioni e ringraziamenti per tutti: per i governanti e per tutti coloro che hanno autorità, affinché possiamo vivere una vita tranquilla e pacifica nella piena pratica della religione e della moralità” (1 Tm 2.1-4). La preghiera di intercessione è una parte naturale della liturgia in cui la Chiesa, nel nome di Cristo, continua a offrire la preghiera e la petizione che ha versato nei giorni della sua vita terrena. Già nel II secolo compaiono le origini delle Intercessioni Generali. San Giustino Martire scrive (c. 155) che “nel giorno del Signore, dopo la lettura della Scrittura e l’omelia, tutti si alzano e offrono le preghiere” (Prima scusa 67). La Costituzione sulla Liturgia del Concilio Vaticano II prevedeva il ripristino di queste Intercessioni generali che nel corso del tempo erano scomparse dalla Messa romana (Consiglio 53).
Alla messa. La struttura delle Intercessioni Generali ha tre parti. Primo, dopo l’omelia chi presiede invita il popolo a pregare. In secondo luogo, il diacono (o un’altra persona) annuncia le intenzioni alle persone e queste pregano per quell’intenzione in silenzio o con una risposta comune, recitata o cantata. Terzo, chi presiede si conclude con una preghiera (Gen Instr Rom Missal 47). Di regola la sequenza delle intenzioni è: (1) per i bisogni della Chiesa; (2) per le autorità pubbliche e la salvezza del mondo; (3) per coloro che sono oppressi da qualsiasi necessità; e (4) per la comunità locale (ibid. 46).
Liturgia delle Ore. La Chiesa loda Dio nel corso della giornata celebrando la Liturgia delle Ore. La tradizione non separa la lode di Dio dalla petizione e “abbastanza spesso la lode si trasforma in qualche modo in petizione” (GenInstrLitHor 179). Di conseguenza, le intercessioni generali sono state ripristinate alla preghiera del mattino e della sera, tuttavia con qualche sfumatura per evitare la ripetizione delle petizioni durante la messa. Le intenzioni della preghiera del mattino sono di consacrare la giornata a Dio (ibid.181); quelli che partecipano alla preghiera della sera sottolineano il ringraziamento per le grazie ricevute durante il giorno. Le intenzioni trovate nel Libro delle ore sono rivolte direttamente a Dio (piuttosto che al popolo, come nella Messa) in modo che la formulazione sia adatta sia alla celebrazione comune che alla recitazione privata (ibid.190). Sebbene “la Liturgia delle Ore, come altre azioni liturgiche, non sia qualcosa di privato ma appartenga a tutto il corpo della Chiesa” (ibid. 20), si deve riconoscere che è ancora spesso pregato in privato. In ogni caso, tuttavia, le petizioni dovrebbero essere collegate alla lode di Dio e al riconoscimento della sua gloria o con un riferimento alla storia della salvezza, come nel Padre Nostro (ibid. 185).
Bibliografia: Il design; Sulla preghiera comune o preghiera dei fedeli: Per la natura, l’importanza e la struttura del. I criteri per i vescovi, e gli esemplari di gruppi dei territori degli obiettivi di (Città del Vaticano 1966). p. de clerck, La “preghiera universale” nelle antiche liturgie latine: testimonianze patristiche e testi liturgici (Fonti scientifiche liturgiche e ricerca 62 Münster, Westfalia 1977). d. connors, edizione a cura di “General Intercessions”, Ministero liturgico 2 (1993) 1–33. jb molin, “Alcuni testi medievali di preghiera universale”, in E consegna del programma (Roma 1988) 333–358.
[t. richstatter / eds.]