Una posizione filosofica che sostiene che l’esperienza umana è l’unica fonte ultima di verifica. L’immanentismo assoluto insiste sull’autosufficienza dell’uomo come misura di tutta la realtà e difende la sua dottrina sulla base del fatto che ogni presunta trascendenza della ragione sarebbe, per definizione, “oltre la ragione” e quindi oltre l’ambito del discorso o della penetrazione razionale.
Tipi. I vari tipi di immanentismo possono essere classificati come metafisici, esistenzialisti, etici, religiosi e politici.
Immanentismo metafisico restringe la realtà o ai dati dell’esperienza umana forniti dai sensi, come nell’empirismo di D. hume e dei suoi eredi positivisti, o ai dati del pensiero umano, come nell’idealismo soggettivo. Un altro esempio è lo storicismo, in particolare come sviluppato nel pensiero di W. dilthey e B. croce. Ciò sostiene che l’unico campo di riferimento per tutta la conoscenza e l’attività umana è la storia e che i giudizi devono essere verificati storicamente o per niente.
Immanentismo esistenzialista sostiene che l’uomo si ritrova “gettato” in un mondo al quale tutti i suoi atti sono intenzionalmente legati. Tutte le azioni e i pensieri significativi nascono dalla situazione umana in cui l’uomo si trova. Ne consegue che ogni metafisica dell’essere implica l’uomo come l’articolazione dell’essere; questo impedisce qualsiasi trascendenza effettiva. (vedi esistenzialismo.)
Immanentismo etico nega la possibilità di un’etica formulata oggettivamente e senza riferimento immediato alla situazione immanente o esistenziale in cui si trova l’uomo. Questa posizione è correlata all’etica situazionale, che sottolinea l’elemento personale nella scelta a scapito dei principi morali universali.
Immanentismo religioso suppone l’impossibilità di distinguere tra l’esperienza religiosa e il suo oggetto e insegna, come fece W. James, che la convinzione deve essere misurata dalla risposta umana. Il modernismo, eresia condannata dalla Chiesa, è collegato a questo nel tentativo di ridurre tutte le formulazioni dogmatiche ai loro antecedenti soggettivi e storici.
Immanentismo politico riduce tutta la realtà allo Stato e nega all’uomo ogni trascendenza dell’ordine politico. La dottrina è latente nel pensiero di J. bodin e N. machiavelli, ed esplicitamente affermata da T. hobbes. Si lega anche all’insistenza di Hegel sullo stato come unica sintesi capace di risolvere l’alienazione e l’astrazione che si trova nell’individuo (tesi) e la sua scomparsa in comunità come la famiglia (antitesi). Questa posizione è adottata, con alcune modifiche, dal comunismo marxista.
Critico. Le obiezioni realiste all’immanentismo hanno maggior forza se formulate in termini di analisi del concetto di immanente. Logicamente, l’immanente ha un senso in termini di non immanente, o di ciò che trascende o cade al di fuori dell’immanente; ne consegue che il significato stesso di immanenza implica il proprio limite, cioè la trascendenza. Le esperienze fenomenologicamente o esperienziali, cognitive, volitive ed emotive rivelano che l’essere dell’uomo è strutturalmente correlato a qualcosa al di là di se stesso, come avente significato in termini di altro, come intenzionale o “verso l’altro”, cioè trascendente.
Vedi anche: immanenza; intenzionalità; trascendenza.
Bibliografia: g. di napoli, Enciclopedia filosofica 2: 1277–80 (Venezia-Roma 1957). r. eisler, Dizionario di termini filosofici, 1: 718–721 (4a ed. Berlino 1927–30). p. foulquiÉ e r. Saint-Jean, Dizionario del linguaggio filosofico 348 (Parigi 1962).
[fd wilhelmsen]