Ieri, Jean

Juster, jean (c. 1886-1916), avvocato e storico. Juster, nato a Piatra-Neamţ, in Romania, ha studiato in Germania e alla Sorbona di Parigi, dove è stato ammesso all’albo nel 1913. Successivamente, è diventato avvocato presso la Corte d’Appello di Parigi. È morto durante un’azione militare. Nel 1913 Juster contribuì a un prezioso studio sulla posizione giuridica degli ebrei sotto i re visigoti Studi di storia giuridica offerti a Paul F. Girard (2 (1912–13), 275–336). Le sue tesi di dottorato, Esame critico delle fonti relative allo status giuridico degli ebrei nell’impero romano (1911) e I diritti politici degli ebrei nell’impero romano (1912), segnò l’inclinazione dei suoi interessi e divenne la base della sua opera principale, Gli ebrei nell’impero romano: la loro condizione giuridica, economica e sociale (2 voll., 1914). L’approccio di Juster è legale, ma il suo obiettivo, come spiega nella prefazione al suo lavoro, è lo studio delle relazioni degli ebrei, attraverso il conflitto e la risoluzione, con il loro ambiente. In questo ambito rientrano le relazioni civiche, comunitarie, confessionali, nazionali, militari, domestiche, giurisdizionali, economiche, sociali e sartoriali. Non tratta la “religione ebraica, la moralità ebraica o la legge ebraica” di per sé, ma solo i loro effetti esterni sulle relazioni ebraiche con il mondo romano. L’indagine su questi argomenti, spiega, comporta l’utilizzo di varie fonti, la loro classificazione e valutazione critica. Il risultato è un saggio “sugli ebrei nella letteratura pagana e cristiana, un quadro della loro dispersione geografica e indicazioni della loro importanza numerica”.

Entro questi limiti il ​​suo lavoro è rimasto un modello di completezza, chiarezza e documentazione accademica. Se sbaglia, è nell’acutezza del suo giudizio derivante dall’approccio giuridico utilizzato, ma anche i critici del suo metodo o delle sue conclusioni trovano nel suo lavoro uno strumento indispensabile e una fonte di suggestione. Ciò è illustrato nel modo in cui tratta gli ebrei privilegio (“privilegi”), in cui ha un forte problema con Theodor * Mommsen, che aveva sostenuto che la guerra ebraica del 66-70 d.C. ha alterato lo status di tutti gli ebrei nell’impero trasformando la loro religione da un religione lecita (“autorizzata” o “religione lecita”), e le singole sinagoghe in università consentite (“associazioni legalizzate”). Juster nega entrambe le parti della tesi: The natio, o comunità nazionale, continua ad essere la base dei privilegi ebraici dopo, come prima, l’anno 70; la sinagoga non è mai diventata a consente il college; era e rimase un’istituzione sui generis.

bibliografia:

SL Guterman, Tolleranza religiosa e persecuzione nell’antica Roma (1951), indice; N. Bentwich, in: jqr, 6 (1915/16), 325–36; G. La Piana, in: htr, 20 (1927), 350ss .; Waxman, Literature, 4 (1960), 777–780.

[Simeon L. Guterman]