Gregorio d’Elvira, st.

Primo vescovo conosciuto di Elvira (c. 357–392); b. Baetica (moderna Andalusia), Spagna, c. 320. Un oppositore dell'arianesimo al Concilio di Rimini, Gregorio difese il Credo niceno in azione e per iscritto. Bp. Sant'Eusebio da Vercelli gli scrisse una lettera (Chiesa del Corpus Latin 65:46) lodando la sua resistenza a Osio di Córdoba quando quest'ultimo capitolò a Sirmio nel 357, e Girolamo lodò la sua De piantina (Patrologia latina, ed. JP MIGNE (Parigi 1878–90) 23: 703). Si dice che Gregorio abbia aderito allo scisma di lucifero di cagliari nel richieste di petizione (Patrologia Latina 13:89), scritto dai luciferini Faustinus e Marcellino c. 383, che lascia intendere che Gregorio rifiutò il sinodo di Alessandria (362) e, alla morte di Lucifero, divenne capo del partito.

San Girolamo (Patrologia Latina 17: 505–506) lo associa a Lucifero, ma conclude solo che "non aveva nulla a che fare con il male ariano". Nessuna traccia di luciferianesimo appare nei suoi scritti. Le indagini letterarie di A. wilmart restituirono a Gregorio la paternità di molte omelie latine e commentari scritturali, indicando la sua importanza come testimone per le prime traduzioni latine della Bibbia e lo sviluppo della cristologia occidentale e dell'ecclesiologia. Le sue omelie sono segnate da un forte pregiudizio antiebraico, tracce di millenarismo, una teologia dello Spirito Santo in via di sviluppo e un'insistenza sulla fede e la santità nei cristiani.

Festa: 24 aprile.

Bibliografia: j. collantes lussureggiante, San Gregorio d'Elvira (Granada 1954); Lessico di teologia e chiesa, ed. j. hofer e k. Rahner, 10 a.C. (2d, nuova ed. Freiburg 1957-65) 4: 1192-93. H. koch, "Sugli scritti e le fonti di Gregorio di Elvira", Giornale di storia della Chiesa 51 (1932) 238-272. f. regina, Il De Fide di Gregorio d'Elvira (Napoli 1942). b. balconi, Patrologia, tr. h. graef dalla 5a edizione tedesca. (New York 1960) 434–435.

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