Uno dei dodici apostoli. È chiamato Giuda (gr. Ἰούδας, che rappresenta l’eb. y ehûdâ, Giuda) negli elenchi di Lc 6.16 e Atti 1.13; ma i passaggi corrispondenti di Mt 10.3 e Mc 3.18 hanno Taddeo (Θαδδα [simbolo omesso] ος). In tutti e quattro i passaggi è l’undicesimo nominato. La ragione per l’uso di Taddeo in Matteo e Marco potrebbe risiedere in una certa cura che i primi due Vangeli prendono per non confonderlo con Giuda Iscariota. In Gv 11 è chiamato “Giuda, non l’Iscariota”, e in Luca e Atti è chiamato “Giuda di Giacomo”. Tuttavia l’uso di Taddeo in Matteo e Marco non è assolutamente costante, poiché alcuni manoscritti hanno invece Lebbeus. Entrambi sembrano avere lo stesso significato, per Thaddeus dall’aramaico taddai (Aramaico poi, petto) significa petto e Lebbeus dall’ebraico libbai (Avere. pane, cuore) significa cordiale. Alcuni studiosi, tuttavia, ritengono che Thaddeus sia una variante del nome greco Theudas. Secondo una tradizione molto antica nella Chiesa, il Giacomo a cui si fa riferimento in “Giuda di Giacomo” è Giacomo, figlio di Alfeo, e Giacomo e Giuda devono essere identificati con i fratelli di Gesù (cioè i suoi parenti) menzionati in Mt 13.55 e Mk 6.3. Inoltre, poiché Giuda era probabilmente meno conosciuto, per identificarlo meglio il suo nome fu associato a quello del fratello. Questa è rimasta l’opinione predominante tra i commentatori cattolici.
Ma negli ultimi tempi sono state sollevate alcune difficoltà riguardo a questa interpretazione. Mentre l’espressione “Giuda di Giacomo” usata in Lc 6.16 e Atti 1.13 può significare “il fratello di Giacomo” (sotto l’influenza di Giuda 1), è un uso raro. Il suo significato ordinario sarebbe “Giuda il figlio di Giacomo”, ed è proprio in questo senso che lo stesso passaggio usa “Giacomo [il figlio] di Alfeo”. Così Jude sarebbe il figlio di un James altrimenti sconosciuto. L’autore dell’Epistola di San Giuda, che la tradizione cattolica considera uguale a Giuda l’apostolo, si definisce semplicemente “Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo” (v. 1).
Il materiale tradizionale sul successivo ministero e martirio di Giuda Taddeo è completamente inaffidabile. Eusebio (Storia ecclesiastica 2.40) riferisce varie aree presunte della sua predicazione, mentre il Breviario Romano menziona solo Mesopotamia e Persia. Si dice che sia morto martire, e nell’arte è rappresentato con un’alabarda, lo strumento del suo martirio. La menzione è fatta dei suoi nipoti da Hegesippus (Eusebius, Storia ecclesiastica 3.20.1–5); furono processati e assolti sotto Domiziano (81–96) e governarono le comunità cristiane della Palestina sotto Traiano (98–117).
Festa: 28 ottobre (con l’apostolo Simone).
Vedi anche: giuda, epistola di st.
Bibliografia: r. il racconto, Dizionario biblico, suppl. ed. l. pirot et. al., 4: 1288–91. Dizionario enciclopedico della Bibbia, tr. l. hartman (New York 1963) 1234–35. j. blinzler, Lessico per la teologia e la chiesa 2 (Friburgo 1957–65) 5: 1154–55. j. catena, Epistole cattoliche (2d ed. Parigi 1939) 269–271. l. cerfaux, La comunità apostolica (3d ed. Parigi 1956) 89–97. un. charue, Epistole cattoliche in La Sacra Bibbia, ed. l. pirot e a. proclamare, 12 v. (Parigi 1935–61) 12: 375–379. l. trotta, Jude: A Pilgrimage to the Saint of Last Resort (San Francisco 1998), culto e leggende.
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