Frate Agostiniano, studioso del Rinascimento, riformatore, cardinale; b. Viterbo, 1469; d. Roma, 11-12 novembre 1532. Il suo cognome era Antonini, non Canisio come affermano molti storici (compreso L. von Pastor). Giles (Aegidius) si unì agli Agostiniani a Viterbo e nel 1493, mentre era ancora studente a Padova, pubblicò un’edizione di tre opere di Aegidius Romanus. Da questo momento risale la sua ostilità all’aerismo; fu confermato quando studiò sotto Marsilio Ficino a Firenze. Platone, sant’Agostino e la Bibbia erano tre fonti da cui attingeva liberamente. Divenne un membro di spicco dell’Accademia pontana di Napoli e diede il suo nome al dialogo di Giovanni Pontano, Giles. Era forse il predicatore più ricercato dei suoi tempi: i papi Alessandro VI e Giulio II, i re Federico e Ferdinando di Napoli, le città di Firenze e Venezia, richiedevano i suoi servizi. La sua orazione più memorabile è stata l’appello alla riforma all’apertura del quinto concilio lateranense il 3,1512 maggio XNUMX. La sua predicazione aveva sia lo smalto che i difetti dello stile rinascimentale.
Nel 1503 entra a far parte del movimento degli osservatori all’interno dell’Ordine degli Agostiniani, si affilia al famoso monastero di Lecceto vicino a Siena e il 27 giugno 1506, con suo sgomento, viene nominato vicario generale degli agostiniani da Giulio II. Da allora in poi, la sua preoccupazione principale fino alle dimissioni dall’incarico (25 gennaio 1518) fu la riforma dell’ordine. Si è assicurato il tanto agognato Bulla Aurea a favore degli Agostiniani da Giulio II nel giugno 1507 e nel 1508 autorizzò la prima edizione a stampa delle costituzioni dell’ordine. Fermò la crescente divisione tra osservanti agostiniani e conventuali; all’inizio del 1511 conquistò un giovane frate tedesco, Martin Lutero, per la causa dell’unità. Ha insistito per un ritorno alla piena vita comune e ha fortemente incoraggiato gli studi superiori. Per assicurare il successo della riforma visitò personalmente case e province o inviò i suoi delegati con ampi poteri. Non ha esitato a sospendere o licenziare priori e provinciali e ha chiesto rapporti mensili a ciascuna provincia. Ma tutti i suoi sforzi furono ostacolati dal generale lassismo degli affari della Chiesa in quel momento.
La sua versatilità intellettuale era sorprendente: scrisse poesie sia latine che italiane, curò opere filosofiche, compilò un importante commento teologico, tentò un’indagine sulla storia cristiana ed era instancabile nei suoi studi scritturali, in particolare ebraico, cabala e letteratura rabbinica. Ha difeso Johann reuchlin e sarà sempre ricordato come il generoso patrono di Elijah Levita (c. 1468-1549), che in seguito divenne il principale studioso ebraico dell’Europa rinascimentale. Aegidius era un linguista di rara abilità ed è stato accreditato come l’unica persona in Europa con una conoscenza competente dell’arabo. La prima edizione stampata completa della Bibbia in greco fu pubblicata a Venezia nel 1518 ed era dedicata ad Egidio. La maggior parte delle sue opere sono rimaste inedite durante la sua vita; soffriva di una meticolosità intellettuale.
Andò come agente pontificio presso l’imperatore Massimiliano nel 1515, fu nominato cardinale nel luglio 1517 e fu inviato come legato pontificio in Spagna nel 1518. Era un serio candidato per la tiara papale al conclave nel 1521. Nel 1523 lo era nominato vescovo di Viterbo da Clemente VII. Il resto della sua vita si dedicò principalmente alla borsa di studio, ma fece un notevole sforzo politico nel maggio 1527 quando guidò un esercito di 2,000 soldati per liberare Clemente VII, poi assediato dalle truppe imperiali nel castello di Sant’Angelo a Roma. Alla fine ha continuato a essere un sostenitore della riforma della Chiesa.
Bibliografia: Lettere come Generale Agostiniano, ed. c. o’reilly (Roma 1992). Lettere familiari, ed. am voci roth, 2 voll. (Roma 1990). Scechina dal libro scritto delle sue lettere ebraiche, ed. f. segreto, 2 voll. (Roma 1959). jw o’malley, “Adempimento dell’età dell’oro cristiana sotto Papa Giulio: testo di un discorso di Giles di Viterbo, 1507”, traditio 25 (1969) 265–338. f. giacone e g. bedouelle, “Una lettera di Gilles de Viterbe a Jacques Lefèvre d’Étaples (c. 1460-1536) riguardante l’affare Reuchlin”, Biblioteca dell’Umanesimo e del Rinascimento: opere e documenti 36 (1974) 335–45. f. x. martin, “Egidio da Viterbo, 1469–1532: Bibliography, 1510–1982,” Biblioteca e società (Viterbo) 4 nn. 1–2 (giugno 1982) 5 91. a. de meijer, “Bibliografia storica dell’Ordine di Sant’Agostino”, Augustiniana 35 (1985), 39 (1989), 43 (1993), 47 (1997). fx martin, Frate, riformatore e studioso del Rinascimento: vita e opera di Giles di Viterbo 1469-1532, ed. j. rotelle (Villanova 1992). j. w. o’malley, Giles of Viterbo on Church and Reform: A Study in Renaissance Thought (Leida 1968). Una serie di articoli in inglese su Giles come studioso del Rinascimento, studioso delle scritture, studioso classico e priore generale, è pubblicata in Egidio da Viterbo, O.S.A., e il suo tempo, ed. Analecta Augustiniana (Roma 1983).
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