Teologo; b. Jouanesq (Aveyron), Francia, 9 febbraio 1872; d. Roma, 20 gennaio 1961. Entrò tra i gesuiti nel 1892 e fu ordinato sacerdote nel 1904. Insegnò teologia dogmatica a Enghien, Belgio (1907–38) e all’Università Gregoriana, Roma (1939–57). Galtier ha contribuito notevolmente alla comprensione della presenza divina. Nello spiegare questo mistero non ha ammesso una relazione speciale del giusto con ogni persona della Trinità [SS. Trinità in sé e noi (Parigi 1953), La dimora dentro di noi delle tre persone (Parigi 1950), Lo Spirito Santo in noi secondo i Padri greci (Parigi 1946)]. Nella cristologia, gli aspetti più originali della sua dottrina sono la concezione di Cristo Redentore come fine della creazione, e la spiegazione (molto contestata in seguito) dell’unità tra la coscienza divina e umana di Cristo per mezzo della visione beatifica [L’incarnazione e la redenzione (Parigi 1947), I due Adam (Parigi 1947), L’unità di Cristo: essere, persona, coscienza (Parigi 1939)]. La ricerca di Galtier fu particolarmente apprezzata nella storia della penitenza cristiana. Ha dimostrato in modo molto convincente che la Chiesa dei Padri ha riconciliato i peccatori e ha attribuito a questo atto un valore analogo a quello del Battesimo, cioè la remissione dei peccati [Il trattamento storico-dogmatico del rimpianto (Roma 1957), La Chiesa e la remissione dei peccati nei primi secoli (Parigi 1932), Le origini del sacramento della penitenza (Roma 1951)].
Bibliografia: g. jacquemet, cattolicesimo 4: 1742-43. Pontificia Università Gregoriana annuale gratuita (Roma 1962) 103–107.
[con. alszeghy]