Filippo di Bathyra

Filippo di Bathyra (I secolo d.C.), figlio di Jacimus e nipote di Zamaris, governanti di Bathyra nel distretto di Trachonitis. Era un amico di Agrippa II, che lo nominò comandante dell’esercito a Bathyra. Giuseppe Flavio lo descrive come “eccellente in combattimento e … in possesso di altre virtù che potrebbero reggere il confronto con qualsiasi altro uomo” (Ant., 17:30). Quando scoppiò la guerra a Gerusalemme e il partito della pace chiese aiuto ad Agrippa, Filippo fu inviato a capo di 3,000 cavalieri. Occuparono la città alta, ma con l’arrivo dei * Sicarii sotto * Menahem b. Giuda, le forze di Filippo furono cacciate dalla fortezza di Antonia e costrette a rifugiarsi nel palazzo di Erode. Dopo poco tempo si arresero ricevendo la promessa che gli sarebbe stato permesso di lasciare la città in pace. Filippo, temendo di essere messo a morte, si nascose per quattro giorni a Gerusalemme e con un sotterfugio riuscì a scappare dalla città e raggiungere Gamala. Questo lo salvò dagli intrighi di Varus che complottava contro di lui. Dopo il congedo di Varo, tornò con le sue truppe a Bathyra dove gli fu affidato il compito di impedire agli abitanti di unirsi alla rivolta contro i romani. Quando Vespasiano e Agrippa II visitarono Tiro, i suoi abitanti lo accusarono di aver ceduto il palazzo di Erode e la guarnigione romana agli ebrei, e Vespasiano ordinò che fosse mandato a processo davanti a Nerone. Non si sa più niente di lui. Due delle figlie di suo fratello erano gli unici abitanti di Gamala che scamparono alla morte nascondendosi dai romani.

bibliografia:

Jos., Wars, 2: 421, 556; 4:81; Jos., Ant., 17:30; Jos., Life, 46 ss., 59–60, 177, 179–84, 407; Drexler, in: Clio, 19 (1925), 277–312; Schalit, ibid., 26 (1933), 67-95.

[Edna Elazary]