San Giacomo afferma che “se qualcuno non offende a parole, è un uomo perfetto” (Gc 3.2). Ci sono molti modi in cui si può offendere parlando. bestemmia
è un insulto diretto a Dio; la maledizione, in senso stretto, la calunnia, la detrazione, l’insulto non caritatevole e simili sono peccati contro il prossimo (e quindi contro Dio). Di male intrinsecamente minore è il tipo di discorso chiamato indecente o volgare, e di questi due, il tipo chiamato volgare è generalmente meno rimproverabile moralmente del discorso indecente.
Il discorso volgare, per sua natura, non è altro che una derisione del costume sociale. Le parole una volta nell’uso corrente, anche nella buona società, sono diventate inaccettabili come mezzo di espressione nella società normalmente educata (a causa di un cambiamento nelle abitudini, forse un maggiore raffinamento nei rapporti sociali). Tali, ad esempio, sono le cosiddette parole di quattro lettere. Molti di loro possono essere trovati, usati in modo abbastanza naturale e non per alcun valore shock, nelle opere di Chaucer e Shakespeare. Generalmente non possono essere utilizzati in questo modo nella nostra epoca senza quasi certamente provocare sopracciglia inarcate o una risatina malsana. Ma le parole stesse, prese come vocaboli, non sono necessariamente peccaminose. Le circostanze possono renderli peccaminosi: se sono usati in uno sforzo deliberato per scioccare o disedificare; se il loro uso scandalizza; se il loro uso porta i giovani e gli impressionabili a considerare che questo è il modo in cui dovrebbero parlare.
La parola “dignitoso”, deriva dal latino si addice che significa nella sua forma aggettivale (giusto ) “diventando, corretto, appropriato.” Anche se si pensasse che le battute fuori posto, le storie “sporche”, il linguaggio volgare abituale non sono di per sé peccaminosi, il loro uso sarebbe comunque sconveniente per tutti coloro che credono nella dignità umana, e soprattutto per tutti coloro che professano di seguire Cristo , dalla cui bocca non uscì mai una parola sconveniente.
Bibliografia: hc gardiner, Norme per il romanzo (rev. ed. Garden City, NY 1960).
[hc gardiner]