Denis lieve

Conosciuto anche come Denis il Piccolo, canonista, monaco; visse a Roma alla fine del V secolo e nella prima metà del VI secolo. La critica interna alle opere di Dionisio ha permesso di aggiungere alcuni fatti a questa abbozzata biografia, A. van Hove scrive che Dionisio fu accolto e allevato dai monaci gotici, divenne monaco, arrivato a Roma dopo la morte di Papa Gelasio (5 novembre 6), e vi morì dopo il 21. La data della morte di Dionisio è controversa. Secondo L. Duchesne, nessuna traccia di lui fu trovata a Roma dopo il 496. A. Amelli afferma che non sarebbe potuto morire prima del 525, data in cui Pastor Felicianus (a cui è dedicato il “Tomo agli Armeni”) succedette a Fulgenzio di Ruspe. Gelasio chiamò al suo fianco nel 526 Dionisio per classificare gli archivi pontifici e per redigere una raccolta di testi di indiscutibile valore e autenticità. A quel punto Dionisio aveva già raggiunto l’età matura e non avrebbe potuto vivere oltre il 534. L’intera opera di Dionigi aveva un solo scopo: la riconciliazione delle Chiese d’Oriente e d’Occidente.

La perfetta conoscenza del greco e del latino di Dionisio è dimostrata dalle sue numerose traduzioni: “La penitenza di San Thaïs” [Ambrosian MS D. 525, in-folio ed. dal pro. E inizia il DS. Spazzatrice bibleca 11 (1892) 298-299]; Vita di San Pacomio (Patrologia Latina, ed. JP Migne, 72: 227–282) indirizzato a una signora romana che potrebbe essere stata Galla, figlia del patrizio Simmaco e cognata di Boezio; La capitale dell’invenzione. Giovanni Battista (Patrologia Latina 67: 417–431). Abbiamo solo una traduzione di un’opera filosofica da lui: il La creazione dell’uomo di Gregorio di Nissa, pubblicato con il titolo La creazione del libero (Patrologia Latina 67: 347-408).

Tre delle sue traduzioni riguardavano la lotta contro Nestorio: “San Cirillo di Alessandria, lettera a Nestorio e anatemi” (Patrologia Latina 67: 9-18), una traduzione che potrebbe essere semplicemente una nuova edizione di quella di Marius Mercator; Indirizzo la of Our Lady del 23 dicembre 428, in cui proclamava la divina maternità di Maria; e “Tomo agli armeni”, indirizzato al patriarca Giovanni, che confuta gli argomenti di Teodoro di Mopsuestia e dei partigiani di Nestorio. Il indirizzo e il “Tomo” erano opere di Proclo, vescovo, al quale l’imperatore Teodosio preferì Nestorio nel 427.

L’Oriente e l’Occidente erano divisi sulla questione del modo di determinare la data della Pasqua. Il Concilio di Nicea aveva ordinato l’adozione della regola alessandrina, basata sul ciclo di 19 anni. A Roma era stata adottata una tradizione che dichiarava che la Pasqua non doveva essere celebrata prima del 25 marzo o dopo il 21 aprile, e la base per il calcolo era il vecchio ciclo di 84 anni. Le tabelle per le date della Pasqua erano state preparate in Oriente da Teofilo di Alessandria e San Cirillo aveva continuato il suo lavoro. In Occidente le tavole furono redatte da Victorius d’Aquitania. Terminarono con l’anno 531, e avevano come rispettivi punti di partenza il regno di Diocleziano, per l’Oriente; e la Passione, per l’Occidente. Nel Libero da Paschate (Patrologia Latina 67: 483–508), Dionisio raccomandò l’adozione del ciclo alessandrino, come richiesto dal Concilio di Nicea, le cui decisioni furono universalmente rispettate. Stabilì una tavola delle date pasquali fino all’anno 626, che era una continuazione della tavola di Cirillo d’Alessandria, ma usò l’anno dell’Incarnazione come punto di partenza. Fu il primo a datare l’era cristiana con la nascita di Cristo, ma commise un errore di quattro o sette anni.

Dionisio è meglio conosciuto come canonista. Alla sua abilità di traduttore e compilatore si deve la prima raccolta canonica degna di questo nome, la dionysiana.

Bibliografia: l. duchesne, La Chiesa in VI e secolo (Parigi 1925). il. van hove, Commento Lovaniense nel Codice di Canone 1, v. 1-5 (Mechlin 1928–1945) 1: 157–158. a. van de vyver, “Cassiodoro e il suo lavoro”, Speculum. Un giornale di studi medievali 6 (1931) 244–292; “Le istituzioni di Cassiodoro e la sua fondazione al Vivarium”, Revisione benedettina 53 (1941) 59-88. wm peitz, “Dioniso il magro come canonista: nuove soluzioni ai vecchi problemi di ricerca”, Rivista spagnola di diritto canonico 2 (1947) 9–32. j. rambaud-buhot, Dizionario di diritto canonico, ed. r. naz (Parigi 1935–65) 4: 1131–52. j. scala dell’obiettivo, Lessico per la teologia e la chiesa, ed. j. hofer e k. rahner (2d, nuova ed. Freiburg 1957–65) 3: 406.

[j. rambaud-buhot]