Celestines

Un ramo dei benedettini, detti anche Eremiti di San Damiano o Eremiti del Morrone. Furono fondati dall’eremita Pietro di Morrone, poi papa Celestino V. Pietro divenne monaco benedettino a Faifoli (diocesi di Benevento) nel 1235 e trascorse gli anni successivi in ​​isolamento sul Monte Morrone. Il suo ascetismo attirava diversi compagni; e sebbene originariamente il gruppo non seguisse alcuna pratica religiosa stabilita dopo la loro approvazione da parte di Urbano IV nel 1264, adottarono la regola benedettina. Gli eremiti, che erano noti per la severità del loro stile di vita (ad esempio, l’astinenza perpetua), furono approvati di nuovo da Gregorio X nel 1274 e da Pietro, una volta diventato papa. Dal 1240 al 1243 Pietro e i suoi compagni erano temporaneamente a Monte Maiella, ma dopo un breve periodo tornarono al luogo originario. Tutti i priorati celestini furono soggetti alla visita dell’abate del monastero dello Spirito Santo sul Monte Morrone a Sulmona, Italia. L’abate generale è stato eletto per un triennio dal capitolo generale annuale. Come papa, Pietro ordinò che i fratelli laici fossero ammessi nella congregazione. I Celestini, chi

Illustrazione manoscritta raffigurante Papa Celestino V che dedica la sua vita al Cardinale Stefaneschi, XIV secolo.

contava 150 monasteri nel continente al loro apice all’inizio del XV secolo, resistette alla Riforma e alle guerre di religione, ma si estinse alla fine del XVIII secolo a causa del declino dei membri e di un’ostilità generale da parte della società verso il monachesimo. L’abito del coro era nero e l’abito da lavoro era una tunica bianca con scapolare e cappuccio neri. I fratelli laici indossavano un abito marrone. Il simbolo dell’ordine era una croce intrecciata con la lettera “S” cucita sullo scapolare.

Il nome Celestines è stato dato anche ad alcuni degli spirituali francescani radicali. Questo gruppo derivò il loro nome dal fatto che Celestino V li pose sotto la sua speciale protezione, ma erano distinti dai Benedettini Celestini. Nel 1294 Pietro da Macerata e alcuni compagni si avvicinarono al papa e chiesero il permesso di vivere come monaci sotto il governo di San Francesco, ma direttamente sotto l’autorità papale piuttosto che sotto il superiore dei francescani. Questo nuovo gruppo fu chiamato i Poveri Eremiti del Signore Celestino e, dopo la giurisdizione papale, fu soggetto al loro capo, Macerata, che cambiò il suo nome in Liberato. Il loro protettore ufficiale era il cardinale Nicola Orsini e le loro case furono ottenute dai benedettini celestini. Quando Celestino si dimise nel 1294, il suo successore, Bonifacio VIII, revocò i privilegi di questi francescani Celestini. La sua azione fece sì che molti di loro si trasferissero nell’isola di Trixoma nel Golfo di Corinto e successivamente in Tessaglia. Nel 1303 tornarono a Roma nel tentativo fallito di recuperare i loro diritti. I membri rimanenti si riunirono a Narbonne (i francescani di Narbonne) nel 1308 per vivere una vita rigorosa e claustrale.

Vedi anche: celestine v.

Bibliografia: un. frugoni, Celestiniana (Roma 1991). d. dotato, La natura e l’effetto dell’eresia dei Fraticelli (New York 1978).

[cl hohl, jr.]