Patrona dei coniugi maltrattati, Terziario mistico e trinitario; b. Roma, Italia, 21 novembre 1774; d. Roma, 5 febbraio 1825. Elisabetta era la figlia di una ricca famiglia cristiana guidata da Tommaso Canori e Teresa Primoli. Sotto la tutela delle Monache Agostiniane di Cascia (1785–88), crebbe spiritualmente. Nel 1796 sposò Cristoforo Mora (morto nel 1845), un avvocato che abusò di lei e alla fine abbandonò lei ei loro due figli (Marianna e Luciana; altri due erano morti in tenera età), riducendo la famiglia alla povertà. Elisabetta provvedeva ai suoi figli e pagava i debiti del marito lavorando come domestica, lavandaia e sarta. Mentre si guadagnava da vivere e cresceva la sua famiglia, Elisabetta serviva generosamente ai poveri e ai malati. A seguito di una grave malattia nel 1801, fu favorita con molti doni spirituali, e divenne membro del terzo ordine secolare della Santissima Trinità nel 1807. La sua casa era sempre aperta a chi aveva bisogno di conforto spirituale o materiale. Ha offerto le sofferenze della sua vita per la conversione del marito, che, dopo la sua morte, divenne terziario trinitario e sacerdote francescano conventuale. Il suo corpo riposa nella chiesa trinitaria di San Carlino alle Quattro Fontane a Roma. È stato approvato un miracolo attribuito all’intercessione di Elisabetta, il 6 luglio 1993, che ha portato alla sua beatificazione da parte di Giovanni Paolo II, il 24 aprile 1994.
Festa: 4 febbraio.
Bibliografia: La mia vita nel cuore della Trinità. Diario della Beata Elisabetta Canori Mora, sposa e madre (Città del Vaticano 1996). p. giovetti, Madri e mistiche: Anna Maria Taigi ed Elisabetta Canori Mora (Milano 1991); Elisabetta Canori Mora: Sposa, madre e mistica romana (Milano 2000). p. Redi, Elisabetta Canori Mora: un amore fedele tra le mura di casa (Roma 1994). Di Janet (1994): 501-503.
[ki rabenstein]