Edizioni stampate delle Scritture Ebraiche con il testo masoretico e il Targum in colonne parallele circondate da vari commentari rabbinici, come quelli di rashi, Abraham ibn ezra, nah: manides e David Kimchi, ai margini. Definito miqrā’ôt g e dōlot (grandi edizioni delle Scritture) in ebraico, includono anche l’apparato della Masora che fornisce letture varianti e altri dati di riferimento. Le varie edizioni delle Bibbie rabbiniche possono differire l’una dall’altra per numero e tipo di commentari inclusi.
La prima Bibbia rabbinica, pubblicata da Daniel bom-berg a Venezia nel 1516-17, fu curata da Felix pratensis, un ebreo convertito al cristianesimo. Questa edizione è la prima a dare il q eRê e k etib varianti e per stabilire la divisione di Samuele, Re e Cronache in due libri ciascuno, nonché per separare Esdra e Neemia. Pratensis fu meticoloso nel suo tentativo di fissare il testo biblico nella misura in cui il MSS a sua disposizione lo consentiva, citando anche le più minime variazioni nella notazione vocale e accentuale, nonché le dimensioni e le posizioni peculiari di alcune lettere.
La seconda edizione di Bomberg, 1524–25, è stata curata da Jacob ben Ḥayyim. È diverso dal primo in quanto Ben
Ḥayyim ha cercato di produrre la forma autorevole del testo scritturale raccogliendo e confrontando il materiale di molti manoscritti. A tal fine, ha incluso il Masora il grande, il piccolo, e finalista. Indicava anche le sezioni aperte e chiuse con le lettere iniziali degli equivalenti ebraici di questi termini.
La sua versione del testo masoretico divenne lo standard per tutte le successive edizioni della Bibbia ebraica, critiche e non, fino al XX secolo. Studi moderni, tuttavia, hanno dimostrato che Ben Ḥayyim era eclettico nella sua selezione di letture varianti e le sue fonti non erano né antiche né necessariamente accurate.
Dopo la terza edizione di Bomberg, 1546–48, a cura di Cornelius Alkind, ci furono tre successive pubblicazioni della sua Bibbia rabbinica: Treves, Germania (senza data); Venezia, 1617-19; e Basilea, 1618-19. L’ultimo, di Johannes Buxtorf, l’Anziano, possiede un testo scritturale ibrido derivato sia dal testo di Ben Ḥayyim che da quello del Complutensian Polyglot, 1513–17 (vedi Bibbie poliglotte).
La settima Bibbia rabbinica, chiamata Q ehillôt Mōšeh, fu pubblicato ad Amsterdam da Moses ben Simeon Frankfurter nel 1724–27 in quattro volumi. La Bibbia rabbinica di Varsavia pubblicata da Abraham Baer Lebensohn nel 1860–68 è in 12 volumi e contiene 32 commentari.
Bibliografia: r. gottheil, L’Enciclopedia ebraica, ed. j. cantante (New York 1901–06) 3: 158–161. pe kahle, Il Cairo Geniza (2d ed. New York 1960) 120–124, 129–131.
[r. krinsky]