Beẓah

BEẒAH (Ebr. בֵּיצָה; “uovo”), un trattato (così chiamato dopo la sua parola di apertura) dell’ordine Mo’ed, nella Mishnah, Tosefta, Talmud babilonese e Talmud di Gerusalemme. Il trattato si occupa delle leggi delle feste, ma considerando altri trattati dell’ordine Mo’ed si occupa di festival specifici, Beẓah, per lo più, discute le leggi comuni ai festival in generale; per questo motivo viene chiamato anche questo trattato Yom Tov (“Festival”). Il trattato si compone di cinque capitoli sia nella Mishnah che nel Talmud, ma solo di quattro nella Tosefta. I primi due capitoli della Mishnah consistono principalmente di divergenze di opinione tra Bet Shammai e * Bet Hillel (ad esempio 2: 7; 3: 8; 5: 5) ma include anche tradizioni del periodo di Jabneh (2: 6). La Mishnah attribuisce la maggior parte dell’halakhot a vari tannaim che erano discepoli di R. * Akiva, ma contiene anche molti mishnayot anonimi di più tardi tannaim che erano contemporanei di Giuda ha-Nasi. Beẓah nel Talmud babilonese contiene molti insegnamenti di studiosi palestinesi che raggiunsero Babilonia attraverso il *neḥutei, ma che non compaiono nel Talmud di Gerusalemme. Al contrario, il testo del trattato nel Talmud di Gerusalemme contiene dichiarazioni di studiosi babilonesi che non si trovano nel Talmud babilonese. Beẓah contiene molte aggiunte di savoraim (26a, 27a, 35b), così come il materiale più vecchio rivisto da loro. A parte le edizioni regolari e i commenti, uno dei primi commenti sul Talmud di Gerusalemme è stato conservato per Beẓah, quella di R. Eleazar Azikri, a cura di Israel Francis (1967).

bibliografia:

P. Blackman (ed. E tr.), Mishnayot, 2 (Eng., 1952), 349-75 (con introd. E note); H. traccia, Introduzione al Talmud e Midrash (1959 [2]), pagg. 39-40; Epstein, Tanna’im, pp. 354-62; Epstein, Amora’im, pp. 24-44; H. Albeck, Shishah Sidrei Mishnah, Seder Mo’ed (1958), 281-6.

[Zvi Kaplan]