Canonista bizantino del XII secolo; b. Costantinopoli, c. 1105; d. Là, c. 1195. Di una famiglia costantinopolitana, Teodoro era un diacono nella chiesa di Santa Sofia e servì il patriarca come suo principale consigliere legale, o cartophylax. Fu eletto patriarca di Antiochia negli anni ottanta (tra il 1185 e il 1191), ma rimase a Costantinopoli fino alla morte.
Il suo lavoro principale è il commento al Photian Nomocanone di 14 titoli che ha composto su suggerimento dell’imperatore Manuele I Comneno e del Patriarca Michele d’Anchialos. Questo è stato un tentativo di risolvere le difficoltà sollevate da leggi ecclesiastiche contraddittorie e legislazioni ecclesiastiche e civili contrastanti. Oltre ai 14 titoli, ha chiarito l’intera collezione del diritto bizantino, basandosi fortemente sul lavoro del precedente canonista Zonaras. Il suo interesse principale per lo storico è il numero di documenti che cita, spesso testualmente, che altrimenti sarebbero sconosciuti.
Nel 1195 il patriarca Marco d’Alessandria indirizzò circa 60 domande al sinodo permanente (synodos endemousa ) a Costantinopoli. Balsamon ha dato le risposte; ma un’indagine recente ha mostrato che una seconda recensione di queste risposte era molto probabilmente dovuta al metropolita Giovanni di Calcedonia, un contemporaneo di Balsamon.
Opera di Balsamon sono anche una serie di monografie canoniche che chiariscono l’organizzazione interna degli uffici ecclesiastici bizantini in relazione al patriarcato. Ha difeso la posizione del consulente legale del patriarca contro le usurpazioni dei protecticos, il funzionario curiale che ha presieduto le cause legali minori. Balsamon ha aiutato il patriarca a comporre una serie di atti sinodali, tra cui quello relativo alla traduzione del patriarca Dositheus alla sede di Costantinopoli (1190). Diversi manoscritti attribuiscono alla sua paternità scholia sui profeti dell’Antico Testamento; e Fabrizio gli attribuisce un racconto del martirio dei santi Teodoro e Claudio.
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