Avendauth (Avendeuth, Avendeath ; metà del XII secolo), traduttore attivo a Toledo, in Spagna, nel 12–1135. Le sue attività si sono svolte principalmente sotto il patronato dell’Arcivescovo Raimundode la Sauvetat. Le generazioni successive pensavano che fosse un convertito al cristianesimo, e alcuni studiosi lo identificarono con John Hispanus, traduttore di notevole importanza. È stato suggerito che non solo fosse un ebreo leale per tutta la vita, ma, sulla base di un’analisi dell’introduzione al Da Anima, che probabilmente è anche il famoso filosofo e storico Abraham * Ibn Daud (c. 1110–80). Un esame e un’indagine approfonditi da parte della studiosa francese Mme. MT d’Alverny dei manoscritti contenenti la traduzione in latino di * Avicenna’s Da Anima, e della prefazione dedicatoria presente in molti di essi, le fece capire che Jourdain, il primo bibliografo a richiamare l’attenzione su quest’opera, aveva erroneamente fornito al traduttore il nome di battesimo John; così facendo, aveva preparato il terreno per il presunto cambio di fede e per le ipotesi e le congetture degli studiosi successivi. La lettura corretta della dedica è Reverendo vescovo John Fuenlana, non Johannes. L’opera, segue, fu dedicata a Giovanni, arcivescovo di Toledo (1151-66), e non al suo predecessore Raymond, come si pensava fin dai tempi di Jourdain. In questa introduzione, e in altre, il traduttore è identificato come “Avendehut Israelita Philosophus”, o semplicemente “Avendeuth Israelita”; il nome John non compare in nessuno di essi. Oltre all’introduzione al Da Anima, i primi capitoli di Avicenna Shifaʾ in latino inizia con Le parole Avendeuth Israel; una piccola parte dell’opera, recante il titolo gli universali, ha anche nei manoscritti il nome Avendeuth o Avendeath. Ha tradotto opere filosofiche e scientifiche. Nel suo lavoro, Avendauth ha collaborato con Dominicus Gundisalvi. È dubbio che quest’ultimo, un noto studioso che fu determinante nella trasmissione della cultura araba all’Europa, conoscesse la lingua originale delle opere che rese in latino. È necessario uno studio scrupoloso dello stile e della terminologia prima di poter fare una dichiarazione conclusiva; può, tuttavia, essere che Ibn Daud fosse l’intermediario tra la versione araba e quella latina. Era l’autore di Epitome di tutta l’astrologia dice.
bibliografia:
Ibn Daud, Tradition, xxvi – xxvii; M. Steinschneider, Le traduzioni ebraiche del Medioevo (1893), 20-23; D’Alvery, in: Omaggio a Millás-Vallicrosa, 1 (1954), 19-43. Inserisci. bibliografia: D. Romano, Scienza ispano-ebraica (1992), 113-22; la stessa cosa, in: H. Beinart (ed.); L’eredità sefardita, 1 (1992), 252.
[Abraham Solomon Halkin]