Nella teologia trinitaria le nozioni sono caratteristiche proprie di ogni persona divina, grazie alle quali l’uomo è in grado di conoscere le Persone come distinte. Queste sono innascibilità, paternità, filiazione, spirazione attiva e passiva (ST 1a, 32; Scoto aggiunge l’ispirabilità della Seconda Persona: In 1 inviato. 28.1–3). L’aggettivo nozionale si applica a tutto ciò che è proprio di una Persona e non comune a tutte. In Dio “tutto è uno, salvo dove c’è relativa opposizione” (Concilio di Firenze; H. Denzinger, manuale dei simboli, ed. A. Schönmetzer, 1330); quindi tutto ciò che è nozionale è realmente identico alle relazioni divine di origine, ma il modo di pensare astrattivo dell’uomo rende necessario introdurre ulteriori distinzioni mentali se vuole pensare o parlare di questo mistero.
Con il termine atti nozionali i teologi designano quegli atti divini che consentono di venire a conoscenza delle diverse Persone; queste sono la generazione della parola e la spirazione dello Spirito. Il magistero applica senza esitazione i verbi corrispondenti (generare aumenti per procedere ) a ciascuna Persona (Quarto Concilio Lateranense; manuale dei simboli, 800, 804). Considerate come il modo in cui hanno origine le Persone e le loro relazioni opposte, queste consentono di discernere ciascuna Persona. Alcuni teologi parlano semplicemente di due atti (generazione, spirazione); la maggioranza parla di quattro, considerando ogni atto sia come emanato da un principio (generazione attiva, spirazione) sia come ricevuto in un termine (generazione passiva, spirazione).
Sorgono alcuni problemi concettuali (ST 1a, 40.4; 41.1–6). (1) Non si può pensare all’origine se non in termini di azione, ma, applicato a Dio, il concetto di azione dell’uomo deve essere purificato da ogni imperfezione creata. L’attività immanente di Dio di conoscere e amare è identica alla Sua essenza, atto puro; si deve escludere ogni idea di movimento, potenza passiva e determinabilità e parlare semplicemente del potere attivo di Dio, dell’esercizio dell’attività, dell’influenza attiva ed effettiva del principio sul termine. Così, mediante una distinzione mentale, si esprime l’aspetto dinamico della relazione tra principio produttore e termine prodotto. (2) Gli atti nozionali sono necessari, poiché l’attività di Dio è identica alla Sua essenza. Questo non significa suggerire coercizione; infatti gli atti nozionali sono volontari, non che il Padre avrebbe potuto astenersi dal generare il Figlio, ma perché Dio vuole e ama tutta la perfezione che necessariamente è. (3) L’atto nozionale presuppone (logicamente) la proprietà corrispondente, o viceversa? Quando si considera la generazione e la spirazione come ricevute nel Figlio e nello Spirito, l’atto è chiaramente precedente alla proprietà (filiazione, spirazione passiva). La spirazione attiva, comune a due Persone, ovviamente presuppone quelle Persone. Ma che dire della generazione attiva? Ciò presuppone la Prima Persona, costituita dalla proprietà della paternità. Come può quella proprietà essere logicamente prima dell’atto di generazione? San Tommaso risponde (ST 1a, 40.4 ad 1) distinguendo tra paternità come proprietà della Prima Persona (prima della generazione) e come relazione con la Seconda Persona (dopo la generazione).
Vedi anche: proprietà, personale divino; relazioni, trinitarie; processioni trinitarie; trinità, santo, articoli su
Bibliografia: a. michel, Dizionario di teologia cattolica, ed. un. vacante et al. (Parigi 1903–50) 11.1: 802–805. Commenti su ST 1a, 41. Somma teologica: La Trinità, ed. e tr. hf doondaine, 2 v. (Parigi 1942–46) 2: 354–366. p. vanier, Teologia trinitaria in San Tommaso d’Aquino: evoluzione del concetto di azione nozionale (Montreal 1953).
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