Ambrosiaster

Il nome coniato dall’Erasmus per designare l’autore di un commento alle Epistole di San Paolo che era stato tradizionalmente attribuito a Sant’Ambrogio, ma che Erasmo era convinto non potesse essere da lui. La maggior parte degli studiosi concordò sul fatto che i commentari fossero piuttosto diversi dal lavoro di Ambrogio, e nel 1905 A. Souter dimostrò con soddisfazione generale che una raccolta di 127 Domande dell’Antico e del Nuovo Testamento; comunemente attribuito ad Agostino, era infatti dello stesso autore dei commentari paolini. Nel 1908 Souter ha prodotto un testo critico di questo lavoro (Chiesa del Corpus Latin v. 50). Era previsto che un’edizione simile dei commentari paolini fosse prodotta da H. Brewer, ma Brewer morì prima che il lavoro fosse molto avanzato. Edizione dei mauristi (riprodotta in Patrologia Latina v. 17) è stato composto da 13 MSS, tutti di provenienza francese. Negli ultimi anni un sondaggio di HJ Vogels ha mostrato che esistono circa 72 MSS e che mostrano che c’erano tre versioni del commento sui Romani prodotte dallo stesso autore: due versioni di ciò che aveva da dire su 1 e 2 Corinzi e una versione unica del commentario sulle altre epistole, eccetto gli ebrei, per i quali il commento è stato fornito da Alcuin. Nel Domande Souter ha indicato che è stata seguita la stessa procedura. C’era una prima edizione di 150 domande dall’autore stesso; poi un definitivo 127 domande; e infine, sebbene molto più tardi, una versione in cui se ne trovano solo 115. Souter ha considerato che l’autore ha lavorato su Romani e su 1 e 2 Corinzi e alla fine ha realizzato la sua prima edizione Domande. Poi si è rivolto al resto di Paul e ha pubblicato la seconda edizione del Domande, e tutto questo tra il 370 e il 384. Il silenzio di san girolamo su un’opera così importante sulle epistole è difficile da spiegare ed è stato addossato alla gelosia. Agostino ha citato il lavoro (le due app. pelagii 4.4.7; Chiesa del Corpus Latin 60: 528) ma lo attribuì a Hilary of Poitiers. Gli irlandesi lo conoscevano come quello di Hilary, per il Codex Ardmachanus ha Prologo Hilary Paul come intestazione, e la biblioteca di Bobbio ne aveva una copia Hilary tp. ai romani. Sono state fatte ipotesi sull’identità dell’autore, ma senza ottenere alcun risultato definitivo. Era esperto di diritto romano, tradito un interesse per le cose ebraiche (ma non era di origine ebraica), aveva vissuto a Roma, non amava le interpretazioni allegoriche della Scrittura, scriveva in modo astringente in latino e aveva letto Ireneo, Tertulliano, Cipriano, Vittorino di Pettau ed Eusebio da Vercelli.

Bibliografia: un. sudista, Uno studio di Ambrosiaster (Testi e studi 7.4; Cambridge, Eng. 1905); I primi commenti in latino sulle epistole di San Paolo (Oxford 1927). d. c’era Dizionario della Bibbia, suppl. ed., l. pirot et. al., (Parigi 1928) 1: 225-241. hj vogels, “The Tradition of the Ambrosia Commentary on the Pauline Letters”, Notizie dall’Accademia delle scienze di Gottinga. Classe filologico-storica 1.7 (1959) 107-142; “Ambrosiaster e Hieronymus”, Revisione benedettina 66 (1956) 13–19; ed., Corpo da Paulin des Ambrosiaster (Bonn 1957). dg hunter, “Il paradiso del patriarcato: Ambrosiaster sulla donna come (non) immagine di Dio [Risposta all’ascetismo egualitario a Roma],” Giornale di studi teologici ns 43 (ottobre 1992): 447–469; “Sul peccato di Adamo ed Eva: una difesa poco nota del matrimonio e della gravidanza di Ambrosiaster” Harvard Theological Review 82 (luglio 1989): 283-299. la speller, “New Light on the Photinians: The Evidence of Ambrosiaster”, Giornale di studi teologici ns 34 (April 1983): 99–113.

[jh crehan]