Il piccolo villaggio di Alchi (A lci), situato a una settantina di chilometri a ovest di Leh in Ladakh su un terrazzo alluvionale sulla riva sinistra del fiume Indo, ha come centro un’antica area religiosa (chos ‘khor). L’area religiosa di Alchi è composta da un grande stŪpa, un tempio a tre piani (Gsum brtsegs), una sala della congregazione (‘dus khong), due piccole cappelle e un edificio successivo, il cosiddetto Nuovo Tempio (Lha khang gsar ma). Le spesse pareti bianche di fango e pietra del sito seguono la tradizione architettonica tibetana; le facciate in legno e le travi e i pilastri delle strutture interne sono chiaramente in stile Kashmir.
La sala della congregazione, che risale alla fine dell’XI o all’inizio del XII secolo, è l’edificio più antico del complesso; la sala comprende una scultura Sarvavid-Vairocana all’estremità posteriore e ricchi dipinti murali che sono principalmente varianti del Vajradhātu-maṇḍala basata sulla traduzione tibetana del Sarvatathāgata-Tattvasaṃgraha (Simposio della verità di tutti i Buddha). Il tempio a tre piani, con tre colossali sculture in argilla di bodhisattva nelle nicchie, ha simili maṇḍala nei suoi murales. Il tempio ospita anche rappresentazioni di Tārā e Avalokiteśvara, insieme a molti tathāgata e figure secolari. Una serie di immagini di sacerdoti nel secondo piano superiore termina con ‘Bri-gung-pa (1143–1217), che porta a una data intorno al 1200 dC L’eleganza stilistica e la raffinatezza dei murales ha le sue radici nel Kashmir. Il cosiddetto Grande Stupa è infatti una cappella in pañcāyatana forma che ospita uno stupa e decorato con “migliaia” di buddha e un gruppo di sacerdoti. Le iscrizioni tibetane in tutti e tre gli edifici danno i nomi, sebbene nessuna data, dei fondatori, che apparentemente appartenevano alle famiglie regnanti del regno del Ladakhi. I murales nel più piccolo Nuovo Tempio mostrano una diversa tradizione iconografica e appartengono chiaramente a uno stile tibetano leggermente successivo.