Nicolaites

Membri di una setta libertina della Chiesa primitiva, nota anche come Nicolaitans. Giovanni loda la chiesa di Efeso per aver detestato “le opere dei Nicolaiti” (Rv 2.6); egli attribuisce alla chiesa di Pergamo la possibilità di ospitare “alcuni che detengono l’insegnamento dei Nicolaiti” e li descrive come aderenti all’insegnamento del balaam (Ap 2.14-15; cfr Nm 31.16 con 25.1-2; 2 Pt 2.15; Giuda 11). La stessa tendenza è senza dubbio intesa in Ap 2.20-24: la chiesa di Thyatira è accusata di tollerare una sedicente profetessa che Giovanni chiama Jezabel (2 Re 9.22), poiché ha portato i cristiani fuori strada con i suoi insegnamenti sulla fornicazione e il consumo di carne offerto agli idoli (vedere Atti 15.20–29): questi erano due dei punti sui quali Giacomo ingiungeva ai cristiani gentili di seguire la pratica ebraica (vedere anche 1 Corinzi, cap. 8–10). I Nicolaiti sembrano, di conseguenza, rappresentare una visione eccessivamente liberale o addirittura anti-nomiana, forse abusando degli insegnamenti di San Paolo sulla libertà (1 Cor 10.23), facendo appello a una conoscenza esoterica che Giovanni sarcasticamente chiamava “le cose profonde di Satana” (cfr 1 Cor 2.10). Uno dei gravi problemi che affrontavano i cristiani in questo momento era precisamente fino a che punto potevano partecipare alla vita sociale ed economica dell’Impero Romano, che comportava la partecipazione a banchetti sacrificali e sfociava facilmente in pratiche immorali (sebbene la “fornicazione” potrebbe qui significare metaforicamente mancanza di fede nei confronti del vero Dio).

Non vi è alcun motivo per collegare i Nicolaiti al diacono Nicola (Atti 6.5), poiché Ireneo (Adv. haer. 1.26.3; 3.11.1) e altri Padri hanno fatto; Clemente d’Alessandria (Corrente. 2.20; 3.4) riporta una storia secondo cui un detto di Nicola è stato interpretato male dai Nicolaiti nel fare appello alla sua autorità. L’esistenza dei Nicolaiti (gnostici antinomiani) menzionati da questi e altri Padri e il loro rapporto con i Nicolaiti del Libro dell’Apocalisse sono problematici.

Nel Medioevo i sostenitori del celibato clericale, ad esempio, il cardinale Humbert (C. Nicetam 25), ha chiamato i loro avversari Nicolaites.

Bibliografia: È. amann, Dizionario di teologia cattolica 11.1: 499–506. j. michl, Lessico per la teologia e la chiesa 2 7: 976. g. kretschmar, Religione nel passato e nel presente 3 4: 1485–86. Dizionario enciclopedico della Bibbia 1638–39. un. von harnack, “La setta dei Nicolaiti e Nicolaus il diacono a Gerusalemme”, Journal of Religion 3 (1923) 413-422.

[ef siegman]