Teocentrismo

Il centro di tutta la realtà naturale e soprannaturale è Dio. Essendo tutto fondamentalmente, inizialmente e infine, si concentra intorno e nel Dio trascendente e trova in Lui il suo scopo. Il teocentrismo (centralità di Dio), un riconoscimento esplicito di questo fatto, è una caratteristica di certe filosofie, religioni, teologie (sistematiche e non) e ascetismi.

In filosofia, il teocentrismo può essere considerato in ultima analisi come una risposta alla ricerca intellettuale dell’uomo per una spiegazione unificata dell’orientamento del proprio essere all’intero ordine dell’essere. In definitiva c’è un Essere necessario, assoluto, indipendente e trascendente qualsiasi altro. Si ritiene che questo Essere assoluto sia l’Essere infinito, eterno e non partecipe, che spiega il divenire e l’esistenza continua di tutti gli esseri contingenti. Al teocentrismo filosofico si contrappone l’antropocentrismo o cosmocentrismo dell’umanesimo, del razionalismo, del naturalismo, del secolarismo e del materialismo. Esiste, tuttavia, un vero antropocentrismo filosofico, compatibile con il vero teocentrismo, quando la metafisica di Dio e della creatura non è pervertita in una metafisica di Dio o creatura.

Il teocentrismo è caratteristico di tutta la vera religione e teologia. Nell’AT e nella teologia dell’AT il teocentrismo è evidente. Nel Nuovo Testamento il piano divino si rivela simultaneamente teocentrico e cristocentrico. È teocentrico perché è stato concepito da Dio dall’eternità, da Lui adattato e preparato per la sua piena realizzazione, e tende infine alla Sua gloria. Ha il carattere del cristocentrismo perché Cristo, l’uomo Gesù, l’unico mediatore tra Dio e gli uomini, si rivela anche in qualche modo al centro del piano. Prima dell’Incarnazione il corso della storia si muove verso Cristo, e dopo l’Incarnazione la storia prende da Lui la sua direzione.

Il teocentrismo non è necessariamente opposto all’antropocentrismo in varie parti della teologia poiché si battono per una certa intelligenza dei misteri. Le opinioni sul peccato, ad esempio, possono, da un lato, sottolineare ciò che il peccato dell’uomo fa all’uomo, o, dall’altro, ciò che il peccato dell’uomo “fa” a Dio. Così anche per le teorie della Redenzione: la visione anselmiana è teocentrica: Dio non tollera alcun disordine nel Suo regno; la visione tomista è antropocentrica: l’uomo è caduto e deve essere rialzato. In questo caso, la ragione della non opposizione è che nessuna delle due spiegazioni pretende di essere adeguata.

Il vero ascetismo deve essere anche teocentrico. Si concentra necessariamente sulla via dell’uomo verso Dio. Alla luce del dogma, riconosce che questa Via è Cristo e quindi è anche cristocentrica. L’uomo cerca la propria salvezza, e quindi è anche antropocentrica.

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[ba lazor]