Rigore

Il rigore è il sistema morale secondo il quale, in ogni dubbio di coscienza sulla moralità di una particolare condotta, deve essere seguita l’opinione per la legge. In altre parole, si può agire per la libertà solo quando gli argomenti di questo corso sono certi. La vista fu difesa nel XVII secolo dai giansenisti, in particolare da John sinnich, un irlandese che insegnò a Lovanio, nel suo libro Saul Ex-King. Il sistema elimina l’uso di principi riflessi e quindi non può essere chiamato un sistema morale nel senso attuale. Il rigore esasperava l’adagio: “In un dubbio il lato più sicuro deve essere seguito”. Questo è correttamente applicato solo a un dubbio pratico, non a un dubbio speculativo che può essere risolto in certezza pratica per la libertà mediante un uso prudente dei principi riflessi. Il rigore fu condannato nel 1690 da Alessandro VIII, che annoverò tra gli insegnamenti giansenistici la dottrina del Sinnich: “Non è lecito seguire un’opinione probabile, anche se è più probabile tra le opinioni probabili” (H. Denzinger, Manuale dei simboli; ed. A. Schönmetzer [32d ed. Friburgo 1963] 2303).

Vedi anche: moralità, sistemi di; dubbio, morale; principi riflessi; coscienza.

Bibliografia: dm prÜmmer, Manuali di teologia morale; ed. em mÜnch, 3 v. (10a ed. Barcellona 1945–46) 1: 338. j. aertnys e ca damen, Teologia morale; 2 v. (16a ed. Marietti 1930) 1: 101. m. zalba, La teologia morale guadagna 2 v. (Madrid 1958) 1: 673.

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