Il nome dato agli eretici che negavano la divinità di Cristo come Logos, come nel Vangelo di San Giovanni, nelle epistole e nell’Apocalisse. Sono stati nominati per la prima volta da epifanio di costanza (Panarion 51; Ancor. 13.5). Sono stati menzionati da Ireneo (Adv. haer. 3.11. 9-17) come montanisti che abusano dell’insegnamento giovannino sul Paraclito. Eusebio (Capanna. ep. 3.28.1) e Ippolito (Gli scrittori cristiani greci dei primi tre secoli 1.2: 241–247) descrisse il sacerdote romano Gaio durante il regno di papa Zefirino (199–217) come attribuendo gli scritti giovannini allo gnostico Cerinto. Un tipo di spiritualità entusiasta, la dottrina Alogoi era corrente in Occidente nel II e III secolo; la necessità di difendere gli scritti giovannini è quindi evidente in Ippolito e nel canone muratoriano (righe 2-3). Il nome Alogoi ha un doppio significato: uomini che negano il Logos e mancano di ragione.
Bibliografia: un. grillmeier, Lessico per la teologia e la chiesa, 10 v. (2d, nuova ed. Freiburg 1957–65) 1: 363–364. c. schmidt e j. Waynberg, eds. e trs., Conversazioni di Gesù (Testi e studi sulla storia della letteratura paleocristiana 3d ser. 13; 1919) 420–452. un. bludau, I primi avversari dei Johannessschriften (Biblical Studies 22; Fribourg 1925). G. bareille, Dizionario di teologia cattolica 1.1: 898–901. un. wikenhauser, Introduzione al Nuovo Testamento (3d ed. Friburgo 1959).
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