Shaktism (Skt., Shakti, ‘energia’). Una tradizione o corrente di pensiero indù con śakti, il potere femminile divino, come fulcro del suo culto. Questo potere è l’essere supremo concepito come femmina o una consorte di uno degli dei indù.
Le origini dell’Śaktismo come culto della dea possono probabilmente essere ricondotte alla cultura della valle dell’Indo, e le prove iconografiche risalgono all’era precristiana. La dea Durgā appare come una potente divinità nel sesto libro del Mahābhārata e nel quinto libro del Viṣṇu Purāṇa (V sec. D.C.), ma è nella porzione Devīmāhātmya di Mārkaṇḍeya Purāṇa (VII sec. D.C.) che la Dea ( Devī) è venerato come supremo. Nei testi chiamati Tantra e Śākta Upanad troviamo una forma tantrica sviluppata di adorazione della Dea come Śakti.
Gli Śākta Tantra sono strettamente legati all’aivismo monistico o del Kashmir e aderiscono a una teologia non duale con Śakti o l’unione di Śiva e Śakti come assoluta. La maggior parte degli Śākta Tantra si dichiara di appartenere alla scuola Kaula o Kula e può essere divisa in due categorie principali: (i) i Sì Kula, che sostiene l’adorazione della benigna e bella dea Śrī / Lakṣmī come Tripurāsundarī; e (ii) il Istruzione universitaria, che sostiene il culto della feroce dea Kālī. Una terza categoria più piccola sostiene l’adorazione della Dea Tārā. L’Śākta sādhaka (praticante) seguirà l’uno o l’altro culto prescritto per lui dal guru secondo la sua personalità.
L’Śaktismo si sviluppò ed è ancora praticato principalmente nel Bengala e nell’Assam, sebbene l’adorazione delle dee a livello di villaggio si trovi in tutta l’India, soprattutto nel sud. L’Śaktismo esalta la posizione delle donne considerandole come incarnazioni della Dea; è un errore, tuttavia, considerare l’Śaktismo come una forza per migliorare le condizioni sociali delle donne o delle caste basse. L’uguaglianza è solo nel rituale e il ruolo della donna è quello di agire come partner (śakti o in bocca) per il sādhaka maschile.