Vescovo monofisita del VI secolo di Apamea in Siria (II). Un discepolo del teologo monofisita, patriarca Severo di Antiochia (512-518), Pietro fu installato ad Apamea come metropolita, ma deposto nel 518 da un sinodo sotto il vescovo di Mariamne in Siria all’adesione dell’imperatore cattolico Giustino I. Nel 535 Pietro accompagnò Severo a Costantinopoli su invito dell’imperatrice Teodora (1), ma nel sinodo ivi tenuto dal Patriarca Mennas l’anno successivo (dal 2 maggio al 4 giugno 536), fu condannato con il suo maestro. In una lettera di Giustiniano i al patriarca (10 giugno 536), il suo nome, insieme a quelli di Anthimus, il deposto patriarca di Costantinopoli, Severo di Antiochia, e del monaco Zooras, fu anatematizzato. Questa condanna passò a Giustiniano Codex juris as novella 42. Ingiunse l’esilio dei quattro colpevoli da Costantinopoli e da tutte le principali città dell’impero. Severo fuggì nel deserto dell’Egitto, ma di Pietro non si sa più nulla.
Vedi anche: monofisismo.
Bibliografia: jd mansi, Concil nuova e vasta collezione (ripr. Graz 1960) 8: 578, 1068–82, 1093–1138. p. peeters, Henri Grégoire mescola, v. 2 (Direttorio dell’Istituto di filologia e storia orientale e slava, 10; Bruxelles 1950) 5–51. un. grillmeier e h. bacht, Il Concilio di Calcedonia: passato e presente, 3 v. (Würzburg 1951–54) v. 2. a. fliche e v. martin, eds., Storia della chiesa dalle origini ai giorni nostri (Parigi 1935) 4: 427, 452.
[p. roccia]