Ilaniyyah (ebr. אִילָנִיָּה), moshav nella Bassa Galilea orientale, Israele, a circa 5 km. (8 km.) A nord di Kefar Tavor, fondata nel 1899 dalla Jewish Colonization Association (ica) come fattoria didattica per promuovere la coltivazione del grano negli insediamenti ebraici. Per gran parte della sua storia, Ilaniyyah era conosciuta con il suo popolare nome arabo Sejera. Ilaniyyah divenne moshavah nel 1902. Tra i coloni c’erano ebrei curdi e convertiti russi al giudaismo. Nel primo decennio del 20 ° secolo, gli immigrati della Seconda * Aliyah lavoravano lì come braccianti, organizzando la * Ha-Shomer (Associazione delle guardie) e ottenendo il diritto di proteggere l’insediamento al posto degli arabi armati e dei circassi precedentemente impiegati lì. David * Ben-Gurion era tra gli immigrati della Seconda Aliyah a Ilaniyyah. Nel 1907, Ha-horesh, il primo gruppo collettivo di braccianti agricoli, fu fondato nel moshavah, con l’obiettivo di contrattare per lavori agricoli, inaugurando così il lavoro collettivo e l’agricoltura nella moderna Ereẓ Israel. La scarsità d’acqua ha ostacolato il progresso del villaggio e l’economia di Ilaniyyah era basata esclusivamente sull’agricoltura di grano secco. Nella Guerra d’Indipendenza di Israele * (1948), il moshavah, praticamente isolato, subì un pesante attacco arabo, ma l’assedio fu revocato dopo la conquista della vicina Lūbiyā con “Operazione Dekel” (luglio 1948). Il villaggio quasi abbandonato fu reinsediato nel 1953 attraverso il movimento “Town to Country”, inclusi coloni nati in Israele e immigrati dalla Polonia, Romania e successivamente dal Marocco. Man mano che più acqua diventava disponibile, parte della terra di Ilaniyyah fu ceduta a un nuovo moshav, Sedeh Ilan. Un centro giovanile e una scuola, “Ḥavvat ha-Shomer”, sono stati aperti sul sito della fattoria Ha-Shomer originale. In seguito la scuola divenne una base militare per soldati con particolari esigenze di addestramento e istruzione. Il nome Ilaniyyah, derivato da Ilan (אִילָן, “albero”), è la traduzione del nome dell’ex villaggio arabo, Sejera (“albero”). La sua popolazione nel 1968 era di 180 persone, passando a 320 a metà degli anni ‘1990 e 491 nel 2002.
[Efraim Orni /
Shaked Gilboa (2a ed.)]