Liṅgāyat (Skt., Liṅga, emblema di Śiva). Un’antica setta indiana Śaivita che credeva nell’Unico Indiviso, o Non-dualistico, Essere, Brahmā o Śiva-tattva, in possesso di energia creativa latente nel suo aspetto di pura ‘esistenza’ (sthala). I suoi aderenti sono anche conosciuti come Viraśaivas. Una volta attivato il principio creativo, questo Essere diventa due: Śiva ha reso manifesto chi è adorato (liṅga-sthala), e ogni individuo che adora l’anima (aṅga-sthala).
Prima del XII sec. i Liṅgāyat, chiamati Ārādhya (devoto), mantennero molte pratiche brahmaniche tradizionali, ma un movimento di riforma fu avviato da Basava (c.1106–67 / 8), un brahmano indiano del sud che sferrò attacchi sistematici a giainisti, buddisti e Vaisva, mentre sponsorizzava l’aivismo e, in particolare, la setta Liṅgāyat.
I Liṅgāyat adottarono molte riforme socio-religiose, alcune delle quali sarebbero state successivamente promulgate in tutto l’induismo.
Sacerdoti Liṅgāyat (condivisione) sono molto apprezzati; mentre alcuni possono sposarsi, quelli nella categoria più prestigiosa sono celibi. Hanno una grande influenza nella comunità e ogni Liṅgāyat, ragazzo o ragazza, deve subire l’iniziazione, in cui viene spiegato il significato dei tre tipi di liṅga: il bhāvalinga di Siva-tattva, il supremo, onnipervadente ed eterno ; il prāṇa-liṅga, ciò che una persona può comprendere, la divinità che adora; ishṭa-liṅga, o ‘desiderio’-liṅga, che può essere visto e che soddisfa ogni desiderio, ed è quindi da riverire. Tutti i Ligāyat, dopo l’iniziazione, indossano una liṅga di pietra in uno scrigno d’argento; la sua perdita è l’equivalente della “morte spirituale”: questo ci ricorda che il corpo è il vero tempio.
Liṅgāyat si trovano principalmente a Kanara, e gran parte dello sviluppo del Kanarese letterario è dovuto a loro.