Wollheim, gert h.

Wollheim, gert h. (1894–1974), pittore espressionista tedesco, nato a Dresda. Dal 1911 al 1913 Wollheim studiò a Weimar presso la scuola di belle arti. Tra i suoi insegnanti c’erano Gottlieb Forster e Albin Egger-Lienz. Da giovane artista ha esposto nella galleria progressista Der Sturm di Herwarth Walden a Berlino. Durante la prima guerra mondiale combatté sul fronte orientale e occidentale e rimase ferito allo stomaco, esperienza che divenne cruciale per la sua successiva opera d’arte. Il suo lavoro è violento e contorto, e sottolinea l’elemento del grottesco. Alcune delle sue composizioni mescolano figure in abiti di tutti i giorni con figure di mascherate. Nel 1919 lasciò Berlino per Duesseldorf, dove creò molte delle sue xilografie, incisioni e dipinti per esprimere le sue terribili esperienze di guerra. Il trittico monumentale I feriti ha come fulcro la figura di un soldato in posizione di Gesù crocifisso, con il ventre lacerato (1919, collezione privata). Wollheim condivideva il suo studio a Duesseldorf con il suo amico Otto Dix e si unì all’associazione Das Junge Rheinland e all’Aktivistenbund 1919, un gruppo di giovani intellettuali e artisti di sinistra.

Nel 1933 emigrò a Parigi, dove nel 1936-37 fondò la Kollektiv Deutscher Kuenstler. Nel 1938 i nazisti mostrarono tre opere di Wollheim nella loro mostra “Arte degenerata” a Monaco di Baviera come esempi di follia compiuta. Dal 1939 al 1942 fu detenuto nei campi di Vierzon, Ruchard, Gurs e Septfonds, in Francia. Nel 1942 riuscì a fuggire a Nay, dove lui e sua moglie furono nascosti da una contadina. Nel 1947 emigrò a New York. Nel 1961, in occasione della mostra al Museum of Art di Duesseldorf, visitò la Germania per la prima volta dal 1933. Nel 1971 le sue opere furono esposte a Berlino. Wollheim è morto a New York.

Oggi l’arte di Wollheim è considerata sinonimo di arte aggressiva d’avanguardia e del tentativo di illustrare i sentimenti interiori dell’umanità nella pittura iperespressionista. I suoi paesaggi surreali e fantastici con figure e simboli mostruosi indicano il lavoro di Hieronymus Bosch, come Paradiso terrestre (1936, collezione privata) o Il regno dei segni di punteggiatura (1953, collezione privata). Inoltre, ha continuato a rappresentare gli abusi del regime nazista in forme espressive, come in Corso dal vivo: Death Transport (1940, collezione privata) e Sei milioni (1962, Museum Duesseldorf). La maggior parte dei suoi dipinti, circa 450 opere secondo la stima dell’artista stesso, sono stati distrutti o sono scomparsi dalla seconda guerra mondiale.

bibliografia:

Galerie Remmert und Barth, Gert H. Wollheim nel giorno del suo 90 ° compleanno: dipinti, acquerelli, disegni, stampe (1984); Associazione August Macke Haus eV (a cura di), Gert H. Wollheim. Fantastico e ribelle (2000); sv Wiese (ed.), Gert H. Wollheim 18941974, monografia e catalogo (1993; con catalogo ragionato).

[Jihan Radjai-Ordoubadi (2a ed.)]